lunedì 27 aprile 2009

COSE POSITIVE E COSE NEGATIVE




Cominciamo con le cose positive, le precipitazioni di questa primavera e le temperature non troppo elevate hanno fatto sviluppare in maniera notevole gli spinaci, raccolgo costantemente delle foglie anche di dimensioni maggiori di quelle che ho fotografato e per una verdura che ha superato la neve invernale il gelo e altre insidie varie, in un orto quasi abbandonato, c’è da far invidia all’agricoltura chimica pensando che i miei spinaci non hanno visto nemmeno il letame!
Per quanto riguarda le cose negative, se non smette un po’ di piovere e andiamo verso un po’ di sole comincia a diventare un problema per la semina delle patate, sono già pronte belle e germinate, non vorrei che i germogli diventassero troppo lunghi, boh staremo a vedere.
Nei giorni scorsi mi lamentavo per i cinghiali, in realtà mi dovrei lamentare con gli uomini che hanno creato l’ennesima stortura, mi spiego meglio: siamo dei fenomeni ad interferire con la natura e creare danni.
Qua sull’appennino dell’alta Lunigiana la caccia al cinghiale sembra la caccia d’eccellenza, in realtà essa è diventata la principale solo negli ultimi anni grazie alla scelleratezza di immissioni di cinghiali non autoctoni.
Una volta si cacciava la lepre, il fagiano e poi il cinghiale, ma vi erano anche altri animali che venivano cacciati per altri motivi non mangerecci tipo il lupo (che si pappava qualche pecora) o l’orso il cui ultimo esemplare autoctono fu abbattuto poco più di un secolo fa.
Ora sono stati reintrodotti il lupo che si era estinto, la lince, la vipera, ecc., ma torniamo al nostro cinghiale, quello autoctono, era di taglia piccola e poco prolifico, mentre quello che è stato immesso a scopo di ripopolamento per favorire la caccia è di grossa taglia e molto prolifico, risultato scomparsa di quello autoctono, che creava si danni ma molto minori in quanto la sua popolazione era limitata, forse la natura lo aveva reso poco prolifico per salvaguardare l’ecosistema, di fatto non ha grandi predatori se non l’uomo, perciò ora ci troviamo con un numero impressionante di cinghiali che assomigliano più a dei maiali, e poi da settembre a dicembre devo vedere tanti Buffalo Bill che uccidono tanta carne che poi non mangiano!!!
Ecosistema migliorato? No non si sa più come contenere la continua crescita di popolazione del cinghiale, sembra non basti più nemmeno la caccia.
Queste cose mi fanno incazzare…funzionava troppo bene la natura prima e abbiamo dovuto perfezionarla!

API, IO PARTO DA QUI

Io parto da qui, in punta di piedi, posso solo raccontare quello che farò, curioso come sempre ma con la massima attenzione verso di loro, verso un’apicultura il più possibile naturale nel vero senso della parola, non sono interessato allo sfruttamento dell’ape per produrre il miele, mi interessa il suo benessere e la sua salvaguardia, mi è sufficiente che impollini le mie piante.
Apicultura scritta apposta così un errore voluto, pensato apposta come cultura dell’ape, l’ape al primo posto.
Sono disponibile a tutti i suggerimenti, critiche, e quant’altro, ma anche a postare o meglio aprire su questo blog una discussione su cos’è l’apicultura naturale inserendo anche articoli non miei con contributo di chiunque voglia partecipare visto che almeno in Italia a parere mio vi è una grande confusione.
Ma facciamo un passo indietro, mi ero già interessato dell’apicoltura e delle api circa 27 anni fa e per circa 7/8 anni portai avanti 5 alveari, poi per cause varie regalai le mie arnie in quanto non potevo più seguirle, già allora ero più interessato alle api che ai prodotti dell’alveare, non mi interessava il loro sfruttamento ma il loro benessere, mi rendevo conto che meno gli andavo a rompere le scatole, meglio loro vivevano, dovevo rispettare il più possibile la loro vita.
Trascorsi 20 anni cerco di ripartire e scopro che l’apicoltura non è migliorata, anzi la trovo peggiorata, ora si parla di estinzione delle api trovo la cosa allarmante.
Quando penso che con 50 Euro o giù di li posso comprare uno sciame da impollinazione su 5 telaini con regina in cassetta a perdere di cartone paraffinato da usare in serra per impollinare e le api fatto il loro lavoro saranno lasciate morire in quanto la serra è chiusa e non troveranno cibo per loro trascorso il periodo dell’impollinazione, tutto questo mi sembra un’eresia una bestialità, tutto questo vuol dire snaturare l’allevamento dell’ape, vuol dire che conta più il denaro dell’ape, ma quando non ci saranno più api lo prenderemo in quel posto, senza api non c’è vita!
Come si può pensare all’ape come a qualcosa a perdere, come a qualcosa di poco o scarso valore, questo è il senso di “IO PARTO DA QUI” un’apicultura naturale.
Il mio sciame è arrivato per ora è su un’arnietta da sei telaini.


Trascorsi tre giorni per l’ambientamento trasferisco lo sciame in un’arnia di tipo Dadant a 10 favi con la facciata a sud (quella con l’apertura per intenderci) a vetro o meglio a doppio vetro e vi inserisco due telaini con foglio cereo parzialmente costruito.
Poi visto il tempo non molto buono di questi giorni (e non avendo a disposizione miele su favo) ho inserito un nutritore per aiutarle un po’, ho fatto uno sciroppo con un litro di acqua, un kg di zucchero, un cucchiaino di cremor tartaro e un cucchiaio di aceto, ho scaldato il tutto fino a 80 gradi, poi l’ho fatto raffreddare (questo tipo di alimentazione conto di darlo per una settimana non di più).
Perché un’arnia con parete trasparente? Beh …. Intanto perché già la usavo 25 anni fa e avevo notato che era migliore a mio parere rispetto a quella classica tutta buia, poi mi permette di scorgere dentro come stà andando e assieme all’osservazione dell’uscita capire cosa sta succedendo all’interno dell’alveare. Ma ne riparleremo prossimamente di quest’arnia.
Ora sono alle prese con la costruzione di un’arnia di tipo Top-bar quelle usate in alcune parti del continente africano, chiaramente in Italia a parte Nicola che ne ha costruite un paio non sono riuscito a vederne altre, perciò cercherò di fare un post prossimamente con i dati della costruzione riportando le misure in cm, in quanto tutto quello che si trova attualmente su internet è con le misure inglesi in pollici e rigorosamente in lingua inglese.
Ho allo studio anche come poi provvedere a popolarla partendo dalla duplicazione dello sciame che attualmente possiedo, ma saranno cose che vedremo quando le farò.
A rigor di cronaca devo dire che oggi sono tornato a vederle, pioveva in maniera insistente, ma c’erano ugualmente api che uscivano in volo, straordinario!!!

lunedì 20 aprile 2009

ORTO NO-TILL (piselli 4)

Piccoli piselli crescono, qua sopra si vede la zona dove sono stati piantati i piselli, c'è di tutto, questa è anarchia, ma si W l'orto anarchico, qua fra erbe spontanee semi caduti liberamente lo scorso anno e alcune cose che avevo piantato io non si capisce più niente, in effetti nella foto sotto guardando bene...
si vedono i piselli che rispetto alla volta precedente sono cresciuti un pochino, ma troviamo insalata che a deciso di nascere la da sola in completa anarchia, bietole sopravvissute all'inverno, tarassaco e altre erbe infestanti (non fotografati per timidezza ci sono del prezzemolo e degli spinaci invernali), fatico a tenerli tutti in riga...............................................!

ORTO NO-TILL (comparazione 3)

La primavera avanza a grandi passi, si muove il fico, ma anche i cinghiali che se continua così, ormai non è più un sentiero sta diventando una strada, magari poi vogliono ampliarla e farci un'autostrada, o meglio una cinghialostrada con tanto di autogrill.....

In realtà ho voluto fare alcune foto di comparazione del lavoro svolto dal sottoscritto e dai suoi arzilli vicini, giusto per vedere a a che punto siamo con i lavori, la foto sotto ritrae l'orto no-till in data odierna, quello a quaota più bassa dove ho intenzione di piantare le patate, la zona di trapianto dei tuberi è quella in primo piano, sono soddisfatto perchè è bella erbosa e dovrebbe essere l'ideale quando le pianterò, ma ora andiamo avanti a vedere cosa hanno fatto i vicini, come hanno preparato il terreno per le patate.

Questo sotto è l'orto di un tipo di 76 anni, vedo che lui si è dato da fare per desertificare il suo orto, bene bravo!!!! Ma proseguiamo e andiamo oltre.

Le due foto successive presentano l'orto di una coppia 86 anni lei, 85 lui, credo che il terreno sia già stato piantato a patate e in piccola parte a cipolle, ma si può farsi un mazzo così, senza pensare che ci pensa già la patata da sola a far morire le erbe che la circondano e quelle che lasci nel terreno invece di toglierle servono da concimazione naturale, se l'esperienza porta a questi risultati mi sa che la prossima volta o lo asfaltano o lo cementificano l'orto, così non ci cresce più l'erba.


Vedremo nel proseguo della stagione come andranno avanti questi tre orti, certo che ho un pò di difficolta a spiegare a questi che io nel terreno erboso voglio piantare le patate, no meglio non spiegarglielo, lasciamoli faticare.






domenica 19 aprile 2009

ORTO LASAGNA semina/trapianto (3)


Alla faccia della pioggia ho popolato il mio orto lasagna, su un lato ho messo le patate, nell'altro ho messo delle zucchine e visto che c'ero anche dell'insalata che mi papperò prima che le piante di zucchine crescano. Per ora il lavoro è terminato!!!!

venerdì 17 aprile 2009

IL PUNGITOPO

Il pungitopo, solitamente è conosciuto come pianta usata a Natale per fare gli addobbi.
E’ anche una specie protetta in diverse zone. C’è anche qualcuno che snaturandola la coltiva in giardino una vera bestialità, in realtà è una pianta che vive ai limiti del sottobosco e può raggiungere un’altezza di 60/80 cm. Questo è il momento in cui nascono dei teneri germogli, sono molto prelibati, un po’ amarognoli, ma eccezionali. Non vi posso consigliare di raccoglierli se nella vostra zona sono protetti, ma non sapete cosa vi perdete. Si mangiano lessati, ottimi con le uova. Non mi dilungo in quanto è una specie protetta.

martedì 14 aprile 2009

ORTO LASAGNA costruzione (2)

Finalmente ho trovato il tempo per costruire il mio piccolo orto lasagna (4 mq.) il posto scelto è in mezzo a quel prato fotografato sopra, così ho un pò meno prato da falciare!!!!
Ho sistemato dei cartoni spessi senza scritte che non si sa mai che schifezze di colori usano, poi ho inchiodato 4 tavole che avevo avanzato di un lavoro precedente, le ho posizionate sopra, poichè il terreno è in lieve pendenza a valle ho sistemato 3 pietre a bloccare la struttura.
Fatto questo ho bagnato molto abbondantemente i cartoni in modo da inzupparli bene.

A questo punto sono partito con la fase di riempimento, sopra i cartoni si può mettere del muschio, ma io ho optato per l'uso di materiali che avevo nel raggio di 50 metri, per un impatto minore sull'ambiente e faticare di meno, quindi ho messo dell'erba che avevo appena sfalciato come primo strato e subito sopra dell'erba secca che avevo gettato l'estate scorsa e che faticava a decomporsi (colpa mia l'avevo accatastata in maniera eccessiva), perciò sempre erba dello stesso prato una verde e una secca.

Il bosco dove ho tagliato la legna è vicino e avevo notato che c'erano degli abbondanti cumuli di foglie che il vento aveva accumulato in un punto che volevo andare a ripulire, perciò ho portato un abbondante strato di foglie secche e piccoli ramoscelli secchi, l'orto lasagna comincia a prendere forma.

Ora visto che durante l'inverno la stufa a legna mi aveva fornito di abbondante cenere ho distribuito una bella spolverata di cenere sopra le foglie secche.

Un'ulteriore strato di foglie decomposte, praticamente umus naturale che ho trovato sotto le foglie messe precedentemente mi è servito per creare un successivo strato, sopra a ricoprire ancora foglie secche. Attorno alle tavole di contenimento ho messo dell'erba tagliata di fresco che serve da pacciamatura e contenimento del prato affinche non mi faccia affogare nel fieno di maggio il mio orto lasagna.
Come ultima operazione ho bagnato abbondantemente tutta l'aiuola.
Finalmente finito!!!! Ora non mi resta che provvedere a piantare o seminare appena ne avrò il tempo.

Alcune considerazioni finali al termine della realizzazione, ho usato tranne le tavole tutto materiale già presente in loco, perciò non mi sono portato nessun ingrediente esterno, questo mi sembra molto buono, visto che il mio modo di coltivare non prevede l'uso della chimica, non apporto nemmeno il letame (ma solo per una questione di fatica) e poi non so cosa danno da mangiare alle mucche (poi col discorso della catena alimentare non vorrei che qualche residuo di schifezza dato alle mucche, loro lo defecano e io lo mangio attraverso la verdura che lo ha assorbito).
Questo tipo di orto, è una soluzione positiva anche per chi abita in città con poco spazio e un terreno impoverito da anni di coltivazioni oppure un terreno scadente dovuto ai vari interventi dell'uomo, invece di costruirlo in primavera come ho fatto io si costruisce a novembre, si raccolgono le foglie nei parchi e si comincia a costruire gli strati, partendo in autunno negli strati si possono gettare anche gli scarti vegetali della cucina, si può mettere anche la segatura di legno purchè non sia quella uscita dal taglio con la motosega in quanto contiene l'olio.
Questo tipo di orto permette un tipo di piantagione più fitta della normale sempre rispettando però gli spazi aerei della pianta, altro vantaggio notevole non ci sono parassiti degli ortaggi in letargo sul terreno dovuti a coltivazioni precedenti.
Terminata la stagione si tolgono le tavole e il compost (perchè di questo si tratta) si sparge in giro andando ad arrichire il nostro terreno e si può ripartire con una nuova costruzione per andare a coltivare l'anno successivo.

martedì 7 aprile 2009

API

In questi giorni dovevano arrivare le api, due sciami che avevo deciso di acquistare, anche se ricordo il detto di un vecchio apicultore che recitava pressapoco così: per partire con il passo giusto e affinchè le cose ti vadano bene, il primo sciame ti deve essere regalato.
Confesso che avevo un pò di titubanza a partire così contro questo sacrosanto principio, ma poi le cose hanno cambiato verso, chi mi doveva vendere gli sciami è rimasto vittima di un avvelenamento a causa irrorazione di quelle solite schifezze che qualche scemo continua a usare a iosa sulle piante in fioritura, risultato, le api sono morte in gran numero e io sono rimasto senza i miei due sciami.
Ma ho già trovato un amico che mi ha detto che mi regalerà uno sciame, questa si che è una partenza buona!!!!!!
Nei giorni scorsi complice Nicola vedi qui mi sono fatto un "on the web" a vedere la top-bar e dintorni, ho girato siti americani, australiani, inglesi, canadesi e alla fine ho deciso che ne costruirò una anch'io, così saremo forse in tre in Italia, tanto avevo diverse tavole di abete che non sapevo come utilizzare.
Così darò il via anche a una serie di post sulle api......

venerdì 3 aprile 2009

FIORI (1)

narciso doppio, di solito uno lo coltiva nel giardino, io preferisco nel prato!!!!!!

dente di leone, in attesa delle api.....

pratoline, mi sa che è arrivata la primavera sull'appennino.


ORTO NO-TILL (parte 2)


I piselli sono nati nell'orto no-till, nella foto si vede di tutto erbe varie e resti di coltivazioni precedenti rimasti la come pacciamatura/concime.

ORTO DIVERSAMENTE ABILE (parte 2)






Finalmente posso postare delle immagini del lavoro sull'orto diversamente abile, sono partito con una base in sasso per fare una prima alzata partendo direttamente dal prato, e ora cerco di terminarlo con delle tavole di grosso spessore.
La scelta delle tavole l'ho fatta per guadagnare spazio visto che sarà fruibile solo da un lato per i diversamente abili, in questo modo ho creato uno spazio di 4 metri lineari con una larghezza sull'aiuola di 1 metro.
Ora appena terminato il perimetro se smette di piovere cerchero di riempirlo...



mercoledì 1 aprile 2009

DEMOSTENE

Ho meditato a lungo sulle cose che andò a scrivere in futuro su questo blog, perchè non vorrei sentirmi ripetere la riflessione di Demostene ad un oratore che finiva un troppo lungo discorso: Se tu avessi meditato e praticato tutto ciò che vieni a dirci, non avresti mai parlato tanto! Perciò scriverò solo su ciò che ho io stesso sperimentato........!!!!!

PATATE (la semaina)

1 Kg di patate da seme comprende:
-36 tuberi di calibro 28/35
-18 tuberi di calibro 35/45
-10 tuberi di calibro 45/55
E' difficile ottenere buone patate da seme partendo dal proprio raccolto (ma non impossibile ne parleremo un'altra volta).
Per la semina della patata si utilizzano tuberi di norma, di piccole dimensioni (25-35 mm di diametro), il numero di occhi non deve essere elevato (2 o 3) per garantire una buona pezzatura alla raccolta, molti germogli in un’unica patata producono molte patate di piccole dimensioni. Prima di procedere alla semina è consigliabile eseguire la pregermogliazione dei tuberi, che ha lo scopo di anticipare lo sviluppo della vegetazione e di conseguenza tutto il ciclo produttivo.
I tuberi vanno stesi su singolo strato in cassette sovrapponibili e posizionati in un locale con una temperatura intorno ai 14°C (importante il locale non deve essere riscaldato), luce diffusa e un'umidità pari all’80-90% condizioni ottimali per questa fase.
I germogli devono raggiungere una lunghezza di 1-3 cm prima di essere pronti, la durata della germinazione è di circa 20-35 giorni e devono risultare molto robusti, vigorosi e colorati.
Le patate di grosse dimensioni (Ø>35-50 mm) vanno tagliate in due in senso longitudinale, (ripartendo equamente le gemme) almeno 2 o 3 giorni prima della semina, in modo da garantire la cicatrizzazione della ferita.
A questo punto siamo pronti per la semina che va fatta a una distanza di 30 cm sulla fila e 60 tra le file, con i germogli rivolti verso l’alto e ricoperte con uno strato di circa 5 cm di terreno o pacciamatura (non comprimere la terra che le ricopre).
Useremo solo tuberi ben sodi, scartando quelli appassiti.
Questi sono i principi fondamentali per avere poi un buon raccolto.