venerdì 24 febbraio 2012

Lo specchio del paese e i ladri di lavoro

Volevo parlare di cipolle, dell'uso della cenere, ma poi ho deciso di fare una piccola e breve riflessione, mi mancava anche il titolo per il post, ne è uscito come d'incanto quando ho cominciato a scrivere.
Cos'è lo specchio del paese?, è guardarsi per un attimo per cercare di capire chi siamo o cosa siamo, partiamo dai dati......
Siamo il paese con i redditi dei manager più alti al mondo,
siamo il paese con gli emolumenti dei politici più alti al mondo,
siamo il paese con gli stipendi degli operai più bassi d'Europa.
Cosa vuol dire questo?, semplice abbiamo i migliori top manager del mondo i più bravi di tutti e che dire dei politici sicuramente i migliori del mondo i più bravi, mentre al contrario abbiamo i peggiori operai d'Europa.
Questo ci dicono le cifre, e in effetti senza fare nomi (visti i precedenti delle guide alpine sulle montagne di merda, e giusto per non fare la stessa fine) abbiamo visto il nostro fior fiore di top manager dissestare aziende pubbliche ed essere premiati con buoneuscite stratosferiche e venir premiati con altri incarichi prestigiosi, creare voragini e buchi enormi e venire premiati.
Sui politici a parte il caso della Margherita partito defunto solo sulla carta, ma è come sparare sulla crocerossa, vediamo casi di nepotismo, di clientelismo, di pessima gestione della cosa pubblica ai soli fini di interessi privati, e la lista sarebbe veramente lunga, ma mi voglio fermare.
Ci sono poi gli operai che sicuramente sono peggiori di quelli della Russia comunista in cui si raccontava:
facciamo finta di lavorare e loro fanno finta di pagarci, ecco sicuramente gli operai italiani sono i peggiori d'Europa, ma hanno modo di fare ancora molta strada prima di poter diventare i peggiori operai del mondo.
Questo mi sembra proprio un modo storto come lo ha definito Mauro Corona, non c'è equità, si premiano manager incompetenti, politici incompetenti e si penalizza chi veramente lavora.
Un'ultimo appunto su questo governo Monti, hanno fatto questa nuova legge che si va in pensione a 67 anni, allora Monti, Mapolitano e compagnia briscola si tolgano dai piedi e lascino il posto a dei giovani, stanno rubando un posto di lavoro e i vari Montezemolo e compagnia cantando con le loro milla cariche ne conservino solamentew una le le altre le diano ai giovani, anche loro stanno rubando dei posti di lavoro!
E qui mi fermo, sui ladri di lavoro, anche se ci sarebbe molto ancora da dire.

sabato 11 febbraio 2012

AGLIO

Sull’aglio si è scritto tanto e sembra quasi superfluo che io scriva dell’altro, ma stimolato dalla domanda di Vera sul tempo di piantagione racconterò la mia esperienza nel caso qualcuno possa trarne delle indicazioni, ma andiamo per ordine, rispondendo subito al suo quesito, ho piantato aglio bianco e mi sono basato sull’esperienza secolare dei vecchi che dicono “chi vuole un bell’agliaro lo pianti in gennaro”, insomma ho usato i proverbi e un po’ di buon senso visto che piantandolo dopo i bulbilli vanno in sofferenza, per quanto riguarda le piantagioni autunnali ti rimando a quanto scrivo sotto.


ORIGINE E DIFFFUSIONE
L’aglio originario della regione del Kirghiz, nell’Asia dove tutt’ora crescono alcune forme spontanee, esso conta una tradizione secolare in gran parte delle regioni dell’Europa e dell’Asia: già 3.000 anni prima di Cristo veniva utilizzato dagli egizi, dai greci e dai romani, il suo impiego nell’alimentazione e nella medicina è noto da tempo remoto anche in Cina e in India.
L’Italia con Francia e Spagna sono i più grandi produttori di aglio dall’Unione Europea.
Le nostre regioni più vocate alla coltivazione dell’aglio sono il Veneto (provincia di Rovigo), la Lombardia (Piacenza), la Campania (provincia di Caserta, Napoli e Avellino), l’Emilia Romagna (Bolognese) e la Sicilia (Agrigento e provincia di Caltanisetta).

ADATTAMENTO AMBIENTALE ED ESIGENZE
Terreno
E’ una pianta molto rustica che si può coltivare in qualsiasi tipo di terreno purchè non eccessivamente umido e compatto. L’aglio è molto sensibile ai ristagni d’acqua che favoriscono l’insorgere di marciumi e compromettono la conservabilità dei bulbi.
L’acidità ottimale del terreno per la sua coltivazione e tra pH 8,3 e 8,5.
Clima
Anche se resistente alle basse temperature, le migliori condizioni per la crescita dei bulbi si registrano nei climi temperato-caldi e in condizioni di prolungata luminosità.
Dove si hanno giorni corti (meno di 11 ore di luce giornaliere) e temperature inferiori ai 10-15°C, l’aglio rimane verde e stenta a differenziare i bulbilli.
Quindi è necessario assicurargli una buona esposizione a Sud e temperature medie superiori ai 15°C (meglio se comprese tra i 18 e 1 23°C).
TECNICA COLTURALE
Preparazione del terreno
E’ indispensabile una buona sofficità del terreno. Per evitare l’insorgere di marciumi, malformazioni e lesioni al momento della raccolta nei terreni molto compatti dove si teme il ristagno dell’acqua si effettua una sistemazione a porche che permette di ridurre almeno in parte i danni.
SARCHIATURA
Sono necessarie almeno 2-3 sarchiature tra marzo e maggio per arieggiare il terreno, eliminare le infestanti e rompre la crosta superficiale che può essere dannosa per l’accrescimento regolare dei bulbi.
Le sarchiature vanno fatte con molta attenzione per non danneggiare i bulbi e l’apparato radicale che è molto superficiale.
RINCALZATURA
Non è necessaria per la coltivazione dell’aglio, mentre nei terreni argillosi è utile rimuovere il terreno attorno ai bulbi per facilitare la maturazione e ridurre il pericolo dei marciumi.
ASPORTAZIONE DELLO SCAPO FIORALE
Lo scapo fiorale va asportato quando è alto circa un palmo per evitare che le sostanze nutritive destinate a ingrossare i bulbilli vengano impiegate per la differenziazione degli organi di riproduzione.
L’emissione del fiore sembra essere un fenomeno ereditario, pertanto è bene non usare i bulbilli di quelle piante per la futura piantagione.
TORSIONE DELLE FOGLIE
Questa pratica è una consuetudine tra molti coltivatori, ma essa è inutile e controproducente in quanto così facendo le sostanze nutritive presenti nelle foglie non possono migrare liberamente verso gli organi di riserva rappresentati dai bulbilli.
FABBISOGNO IDRICO
Nelle regioni settentrionali le esigenze idriche sono soddisfatte dalle precipitazioni atmosferiche, qualche problema si può avere al meridione nelle annate particolarmente siccitose.
Il periodo di maggior richiesta idrica corrisponde al momento dell’ingrossamento del bulbo, dai primi di marzo a metà giugno, in tale periodo sono necessari alla pianta circa 250 mm di pioggia.
Solo se non vengono soddisfatte tali esigenze si può pensare di innaffiarlo e comunque in ogni caso almeno tre settimane prima dell’estirpazione dei bulbi per facilitare la maturazione e non compromettere la conservazione.
PIANTAGIONE
Nel nostro clima la lunghezza del fotoperiodo è insufficiente per far montare a seme l’aglio, che arriva al massimo a differenziare lo scapo fiorale, pertanto la riproduzione della pianta avviene utilizzando i bulbilli.
Per ottenere buoni risultati si usano solo gli spicchi esterni, scegliendo i più grossi e arquati e interamente rivestiti delle caratteristiche tuniche.
Il primo periodo vegetativo la pianta usa esclusivamente le sostanze di riserva contenute nel bulbillo, pertanto più sviluppati saranno gli spicchi più rapido sarà il germoglia mento e più vigorose le piante.
Le capacità di germinazione oltre che dalle dimensioni dello spicchio e da quelle pedoclimatiche, anche dalle condizioni di conservazione cui sono stati sottoposti i bulbilli, dato che sono caratterizzati da un periodo di quiescenza che per essere interrotto ha bisogno di condizioni di bassa temperatura.
I migliori risultati si registrano quando conserviamo i bulbilli a +10°C per almeno sessanta giorni, una conservazione a temperature più basse o poco superiori allo 0°C da luogo a una germinazione anticipata con formazione di bulbi soprannumerari e malformati.
DENSITA’ D’IMPIANTO
L’ottimale e di 25-30 bulbilli/mq (40 cm tra le file e 7,5-12,5 cm lungo la fila); impianti più fitti sono giustificati unicamente per la produzione di aglio destinato a essere consumato fresco.
Con l’aumentare della densità d’impianto aumenta la resa unitaria ma diminuisce il peso di ogni singolo bulbo.
I bulbilli si pongono in solchetti profondi 5-7 cm o in piccole buchette, senza pressare eccessivamente gli spicchi contro il terreno per non compromettere lo sviluppo delle radici.
L’apice deve essere rivolto verso l’alto, altrimenti si rischia un’elevata percentuale di bulbi malformati.
PERIODO D’IMPIANTO
Seguendo il calendario lunare il periodo migliore sembra essere compreso tra il 5° giorno prima della luna piena e il seguente.
Le varietà di “aglio bianco” si piantano da gennaio a marzo, mentre quelle di “aglio rosa” vanno interrate in ottobre-novembre.
Per evitare il rischio di marciumi che possono risultare di estrema gravità nei primi stadi di sviluppo è necessari che le piante abbiano il tempo di radicare e di emettere il germoglio prima del gelo.
Per gli stessi motivi nei terreni molto argillosi o nelle zone a clima molto umido è preferibile rimandare la piantagione a fine inverno.
Non bisogna mai esagerare nell’anticipare troppo la piantagione autunnale poiché si può correre il rischio di stimolare la differenziazione dei bulbilli troppo presto, quando le condizioni climatiche non sono ancora favorevoli all’ingrossamento dei bulbi.
SCELTA DELLE VARIETA’
Fatta eccezione per il “bianco piacentino” di recente costituzione, per l’aglio non si può parlare di varietà vere e proprie ma di ecotipi spesso caratterizzati da profonde diversità nel comportamento biologico, nelle dimensioni, nel colore delle tuniche, nella precocità e nel contenuto aromatico.
Si dividono in due tipi “aglio bianco” o “comune” e “aglio rosa”.
L’aglio bianco è il più coltivato e comprende numerose popolazioni locali, oltre al già citato “bianco piacentino” ricordiamo il “bianco piemontese”, il “bianco veneto”, il “bianco del fucino”, il “bianco di Napoli”, il “bianco calabrese”, il “bianco siciliano”.
Tutti questi sono caratterizzati da tuniche esterne bianco-argentee e interne paglierine, una larga adattabilità, elevata rusticità, sapore molto accentuato e un’ottima conservabilità, con bulbi compatti e serrati con 14-15 bulbilli.
All’aglio rosa fanno capo numerosi ecotipi il “primaticcio rosa”, il “rosa napoletano”, il “rosa della piana di Catania”, il “rosso di Sulmona”.
Presenta tuniche interne sfumate di rosa e un sapore molto accentuato.
Meno coltivato rispetto al bianco a causa dell’elevata sensibilità all’umidità e la conseguente limitata conservabilità.
Presenta un’elevata precocità (anche un mese), maggiori dimensioni a cui a volte corrisponde un numero maggiore di spicchi di piccole dimensioni e distribuiti in modo irregolare.
CONCIMAZIONE
L’aglio non gradisce l’apporto di sostanza organica fresca che comporta l’insorgenza di marciumi e compromette la conservabilità.
Soltanto la somministrazione di letame o composto ben maturo possono assicure al terreno un apporto equilibrato non solo di azoto, fosforo e potassio ma anche di tutta una serie di elementi nutritivi, come zolfo, boro, molibdeno, zinco, la cui presenza è indispensabile per ottenere un prodotto di qualità.
AVVICENDAMENTI E CONSOCIAZIONI
L’aglio trae vantaggio nel seguire raccolti di spinaci, cavoli e patate, mentre è svantaggiato dopo altre bulbose o piante a radice carnosa.
Nelle consociazioni risulta deprimente per fagioli, piselli e taccole, mentre è vantaggiosa la consociazione con pomodori, fragole, cetrioli, prezzemolo, lamponi e alberi da frutto.
Per motivi fitosanitari è opportuno far trascorrere almeno 4-5 anni prima di piantare l’aglio nello stesso appezzamento di terreno.
RACCOLTA E CONSERVAZIONE
Al Nord si raccoglie da giugno ad agosto, al Sud la raccolta è anticipata di uno o due mesi.
Viene estirpato in una giornata di sole, quando almeno otto decimi dei bulbi si presentano con foglie completamente secche o ingiallite, viene lasciato al sole e all’aria per un po’ per permettere l’essicazione completa dei bulbi.
PRINCIPALI PATOLOGIE
Le principali avversità sono: la peronospora che colpisce dalle giovani piante ai bulbi maturi, la ruggine che colpisce dalle prime fasi vegetative ai bulbi in via di maturazione, il marciume polverulento si manifesta principalmente nei bulbi immagazzinati, la mosca dell’aglio che attacca i bulbi da aprile a luglio, la tignola che attacca i bulbi da aprile a luglio, i brachieri o punteruoli dell’aglio che attaccano i bulbi in fase di accrescimento.
NOTE
Si può usare l’estratto di aglio mettendolo in infusione al 10% in acqua per 2 ore come insetticida naturale nella lotta ai parassiti delle piante, si ottiene una mortalità del 69%, inferiore a quella del tabacco, ma superiore agli estratti idro-alcolici di propoli.
Insomma un antiparassitario da usare sicuramente e rivalutare.

mercoledì 8 febbraio 2012

Sull'orlo di una crisi di nervi

 Sicuramente non si potrà dire che scorderemo l'inverno 2012, anzi passerà alla storia, come sono passati quello del 1407/1408, quello del 1709, quello del 1929, quello del 1956, ma anche molte date intremedie che hanno registrato record di rigidita o di abbondanti nevicate oppure di lunghezza dell'inverno.
Sicuramente quest'anno in molte località batterà il record di freddo oppure di precipitazioni nevose, e non ultimo il vento che soffia potente.
Ma noi italiani non siamo gente normale che vive in un paese normale, perchè viviamo in un paese dall'eterna emergenza.
Emergenza alluvione
Emergenza frane
Emergenza terremoto
Emergenza freddo
Emergenza neve
Emergenza lavoro
Emergenza inquinamento
Emrgenza criminalità
Emergenza su emergenza, ogni giorno un'emergenza e mai a trovarsi pronti una volta, mai che si sappia con precisione cosa fare in caso di emergenza.
Abbiamo anche un governo di emergenza, un commissario per l'emergenza,
siamo un paese sull'orlo di una crisi di nervi, non si può spiegare altrimenti tutte queste emergenze, quando non ci sono emergenze le creiamo, basta poco, serve solo una nave da crociera e la si va a far naufragare in uno dei più bei mari che abbiamo.

Una cosa possiamo imparare da quest'ondata di freddo, ovvero che non siamo preparati a nessuna crisi prossima futura, in casa non abbiamo scorte di cibo, non abbiamo un riscaldamento sostenibile con la situazione odierna, se viene a mancare l'elettricità la maggior parte delle nostre case non sono più in grado di essere riscaldate perchè le caldaie a gas hanno bisogno dell'elettricità per funzionare, stessa cosa vale per le tanto decantate stufe a pellet, sicuramente una buona parte degli italiani rimasti senza luce dovranno anche patire i disagi dovuti a rotture per congelamento di caldaie e termosifoni.
Questo ci fa capire che non siamo preparati per nessuna decrescita, felice, o infelice che sia, a volte la nevicata ci trova senza un badile per spalare la neve, siamo diventati un paese di gente che ama le emergenze in televisione e quando gli capitano in diretta rimangono in attesa dei soccorsi, della ferraginosa macchina dei soccorsi, e la cosa che sappiamo fare meglio e riprendere le calamità per il nostro minuto di celebrità, di notorietà su youreporter o youtube.
I vecchi una volta avevano creato un sacco di proverbi che abbiamo scordato, proverbi del tipo "una rondine non fa primavera" per quelli che già pensavano alle semine dell'orto e improvvisamente han scoperto che nevica, ma più di tutto vale il proverbio "febbraio, febbraietto, corto e maledetto", avrà pur voluto dire qualcosa, oppure no?
Nel post sulle mie previsioni per il 2012 mi ero scordato di parlare dei primi mesi dell'anno, ma ci stanno emozionando alla grande, oserei dire a quasto punto che potrei accettare scommesse, quale sarà la prossima emergenza, a quanto me lo date il Vesuvio visto che l'ultima eruzione imponente è avvenuta nel 79 d.c., ma poi abbiamo l'Etna che si erutta ma un'eruzione come si deve manca da tempo, e che dire di Marsilli? di lui poche notizie ma potrebbe dare grandi soddisfazioni per un paese in costante emergenza, lui si Marsilli potrebbe creare anche uno tsunami imponete anche quet'ultima calamità ci manca da tempo immemore, buon lavoro protezione civile.
Altra parola che fa rima con emergenza è calamità naturale, oltre che in continua emergenza siamo continuamente in uno stato di calamità naturale.
Finisco con un'altro proverbio "sotto la neve pane, sotto la pioggia fame", questo mi sa che non vale più, sia sotto la neve che sotto la pioggia con questo governo sarà solo fame, e per restare in ottimismo di solito in pieno inverno non compaiono le famigerate epidemie influenzali?, che sterminano il popolo, per ora non se ne sente parlare in TV, ma chissà, e allora verrà buona quanto si scrisse aVenezia nel risorgimento "Il morbo infuria, il pan ci manca, sul ponte sventola bandiera bianca!"
E a proposito di veneziani esiste una bella filastrocca sempre di quel periodo che voglio ricodare con tanto di traduzione:

"Con San Marco comandava (Quando comandava San Marco)
se disnava e se senava (si faceva pranzo e si cenava)
Soto Franza, brava gente (Sotto la Francia che era brava gente)
se disnava solamente (si cenava solamente)
Soto Casa de Lorena (sotto la casa austriaca Lorena)
non se disna e non se sena (niente pranzo e niente cena)
 e quando per fame dovettero emigrare a milioni aggiunsero
Soto Casa de Savoia (mentre sotto casa Savoia)
de magnar te ga voja (di mangiar hai solo voglia)
i n'à portà 'na fame roja" (ci hanno portato una fame troia)
"Savoja, Savoja, intanto noaltri...... andemo via....... vaca troja"