martedì 22 giugno 2010

Api, miele e altri discorsi

Da un pò non scrivo delle api, amo stare ad osservare cosa si scrive (e amo guardare le mie rose) e cosa si dice in giro, guardo l’entusiasmo dei principianti, leggo i loro commenti e le loro domande, ma .............., come al solito io sono uno che viaggia da solo, che ama andare controcorrente .............., non mi stancherò mai di dire e ripetere che il miele le api lo producono per se, ed è il loro alimento principale, ma andiamo per ordine.
Come ho già scritto, ma lo ribadisco io vivo in Lunigiana, una zona molto bella che ha il pregio di avere l’unico miele DOP d’Italia, o meglio ha due mieli tutelati da questo marchio, il miele d’acacia e quello di castagno, ma visto quello che scrivevo sopra circa il miele, verrà da chiedersi come mai sposto il discorso su una specie di nonsenso .........., è presto detto, tutte le medaglie hanno un rovescio e a volte peggiore del lato visibile.
Avere il riconoscimento di miele DOP è sicuramente un valore aggiunto, ma questo ha comportato dei risvolti negativi circa l’apicoltura il Lunigiana, una ricerca forsennata di produzione, uno spremere le api per avere maggior miele da vendere e un incremento di nomadisti che spostano i loro apiari in questa zona per poter avere anche loro del miele DOP con un valore aggiunto (in denaro) da vendere, tutto questo ha portato come conseguenza negativa un aumento delle morie di api, imputabili a più fattori, uno probabilmente dovuto all’alimentazione, si tende a togliere più miele possibile e poi si da come alimento del candito o cose simili, questo non può far altro che rendere più vulnerabili e indebolire gli alveari, in quanto si somministra un’alimentazione non consona all’ape esponendola alla possibilità di contrarre più facilmente malattie e virus vari, creando situazioni con inverni difficili da superare per l’alveare.
Altra conseguenza negativa che si è venuta a creare è l’aumento del nomadismo, che ha portato ingenti quantitativi di alveari nella zona creando situazioni di maggiore possibilità concreta e reale circa la trasmissione di malattie, il nomadismo sotto un certo aspetto è un’apicoltura di rapina che crea benifici solo all’apicoltore nomade e lascia all’apicoltore stanziale gli eventuali problemi legati alle malattie che si porta appresso l’apicoltura nomade.
Un’ultimo aspetto che ha degenerato la situazione è stato anche l’incremento di alveari da parte degli apicoltori stanziali, i quali hanno forse o sicuramente guardato di più all’aspetto commerciale legato al miele e al suo potenziale di vendita che non agli alveari e alle api, creando situazioni con casette vecchie o fatiscenti, creando possibili focolai di malattie.
Tutte queste cose messe assieme hanno fatto si che apicoltori presenti nella zona si sono ritrovati alla fine dell’inverno appena passato (in alcuni casi) con una mortalità di alveari pari all’70%, 80% e alcuni anche al 90% e oltre, questo vuol dire distruggere l’apicoltura e non serve andare a guardare cosa succede in America pittosto che in Australia o Canada, è inutile andare a vedere le nuove malattie come quella del disorientamento che porta alla scomparsa degli alveari ............., con una condotta sciagurata, anche in una zona DOP si riesce a fare danni a non finire, se non si presta attenzione all’alimentazione (ovvero miele e non zucchero), alle malattie (in primis la varroa), allo stato della casetta (che non deve essere fatiscente) e non ultimo il benessere dell’ape, posizionandola in una zona non inquinata, possibilmente con poco o scarso traffico e lontano da ripetirori vari e a debita distanza dai cavi di alta tensione.
Solo rispettando queste elementari norme potremo pensare poi a un miele DOP.
Chi è causa del proprio danno è inutile che rivolga lo sguardo altrove.
E ora veniamo a me, i miei tre alveari si trovano due con melario e uno senza, se li avessi spinti durante la primavera avrei potuto essere su due melari in due casette mentre rimarrebbe incerta la terza in quanto ho una regina giovane nata in primavera ma che è stata a lungo dentro l’alveare senza fare il volo nuziale (forse per due settimane) a causa del tempo brutto e freddo che ha incontrato alla sua nascita, questo ha ritardato la deposizione (se avessi acquistato una regina l’alveare sarebbe uguale agli altri due).
L’alimentazione che ho usato in primavera a causa del brutto tempo è stato del miele che avevano prodotto lo scorso anno, miele rigorosamente delle mie api, proprio per eliminare la possibilità di importare malattie usando miele di altri, questo ha quasi azzerato la produzione dello scorso anno.
Potrei portare le api in basso durante l’inverno e aproffitare delle prime fioriture primaverili e poi dell’acacia per far progredire gli alveari, ma per i motivi che ho citato prima sono contrario al nomadismo e continuo a restare stanziale in quest’apicultura di frontiera, in alto, sull’Appennino quasi a sfiorare il cielo, lasciando vivere senza troppo interferire le api, non hanno di certo bisogno che io vada a crearli altri problemi, ne hanno già tanti.
Quest’anno sono senza la top-bar che ho perso durante l’inverno forse a causa dello sciame troppo debole a inizio inverno (anzi sicuramente, gli sciami troppo deboli andrebbero uniti a fine autunno).
Non mi sono dato da fare per cercare un nuovo sciame e ripristinarla, in quanto una casetta aveva dato evidente segno di voler sciamare, io a quel punto non avendo in quei giorni del gran tempo a disposizione la ho divisa a meta 5 telaini da una parte e 5 telaini dall’altra, quella dove c’era la cella reale che stava per schiudersi era l’arnia iniziale dove sono rimaste tutte le bottinatrici, ma a causa di quanto ho spiegato prima l’arnia è rimasta ritardata rispetto alle altre due, mentre quella con la vecchia regina è riuscita a portare il suo alveare a melario.
In questi giorni è brutto tempo, domenica c’erano 10 gradi a mezzogiorno e il più del tempo pioviggina, oppure piove sul serio, ma questo non mi preoccupa, quassù deve ancora iniziare il castagno e poi ci sono tante altre fioriture secondarie e le api in questo momento godono di ottima salute e questo la dice lunga.
Alla prossima volta, sempre ostinatamente controcorrente.........

lunedì 21 giugno 2010

Referendum operaio

Ormai mi sembra chiaro, questa settimana sarà la settimana decisiva per il mondo operaio con il referendum proposto da Fiat agli operai di Pomigliano, si gli operai da qualunque parte votino, da qualunque parte si girino, possono stare tranquilli, sempre nel culo lo prenderanno, questa è una certezza.
Sempre meno potere d'acquisto con il salario, si va diritti verso la povertà, si lavorerà per poter essere poveri.
L'idea di essere cittadini della repubblica stà perdendo forza, si va verso l'idea di essere sudditi di una classe politica incompetente, corrotta e arraffona, il passo successivo la schiavitù non è lontano.
Operaio = schiavo è la via che si aprendo con questo referendum.
Gli operaio è meglio che comincino a spalmarsi di vasellina il culo, visto che lo prenderanno di sicuro in quel posto!!!

mercoledì 16 giugno 2010

Morie di api continuano

Continuano le mori di api in giro per il mondo, non se ne parla molto e la cosa non è ben chiara, ma volevo segnalare un interssante articolo legato alle onde elettromagnetiche nella fattispecie quelle dei telefonini http://www.telegraph.co.uk/earth/wildlife/7778401/Mobile-phones-responsible-for-disappearance-of-honey-bee.html è importante continuare a informarsi, senza api il nostro destino è segnato.
In Italia si parla di nicotinoidi usati per la concia del mais, nel resto del mondo di parassiti, virus, alimentazione povera, in verità forse è una combinazione di più fattori.
Ora come non ultimo si parla di Colony collapse disorder, una specie di disorientamento della colonia che la fa sparire, in realtà siamo ancora ben lontani da capire e trovare una soluzione e non ne sono immuni nemmeno gli alveari a conduzione biologica.

martedì 15 giugno 2010

«a peste, fame et bello libera nos, Domine»

«a peste, fame et bello libera nos, Domine», così pregavano nel medioevo, ovvero”liberaci, Signore, dalla pestilenza, dalla guerra e dalla fame”, ma chi ci libererà dalla globalizzazione e da questo capitalismo terminale che tanti danni sta arrecando. Vedo solo del gran silenzio assordante, nessuna levata di scudi, la più grande catastrofe ecologica mai avvenuta sta passando in sordina tra censure e false tranquillizazioni, come fosse un fatto lontano che non ci tocca.
Bisogna veramente impegnarsi per leggere notizie in merito a questa catastrofe, per scoprire che Goldman Sachs nel primo trimestre del 2010 ha venduto un numero enorme di azioni della BP, non è che questi che stanno sguazzando nella crisi e facendo soldi a palate, sapessero già della catastrofe che sarebbe successa?, poi i tentativi ridicoli di porre rimedio, con la spazzatura e con i solventi per aumentare il già grave danno.
La nostra televisione, la televisione del nulla con quei programmi del nulla (isole varie, fratelli vari, amici vari) e quei discorsi del nulla, un silenzio assordante su questa catastrofe.
E gli USA?, della gran censura anche da quelle parti, difficile poter vedere i danni alle coste e quelle pioggie maledette che si sono riversate sopra coltivazioni di mais tradizionali e biologiche, che hanno arrecato danno? Nessuno ne parla, e che implicazioni avremo sul clima?, lo vedremo quel battito d’ali di una farfalla cosa riserverà all’europa.
Nel frattempo la Libia, concede a BP dopo questo disastro di perforare nel Mediterraneo a grande profondita e tutti gli altri zitti, tanto se poi ci sarà da risarcire, risarciranno solo la Libia come se gli altri paesi che si affacciano sul Mediterraneo fossero lontani e fosse una cosa che non li riguarda.
Credo che se continua così, altro che crisi o crisi alimentare, qua non si riesce più nemmeno a fare l’orto e questo già di per se dovrebbe preoccuparci, ma ancor di più dovrebbe preoccuparci il fatto che non sarà più un pianeta vivibile.
Preghiere non ne ho che mi possano salvare, sono solo incazzato nero con tutto questo silenzio assordante che ci circonda come se la più grande catastrofe ecologica di tutti i tempi fosse una cosa che non ci riguarda, credo sia ora di svegliarsi, altrimenti ci ritroviamo a passare dalla vita alla morte senza essecene accorti a causa d’un battito d’ali d’una farfalla che stava sopra il golfo del Messico.

domenica 13 giugno 2010

TESTIMONI DELLA MEMORIA

Testimoni della memoria e dei ricordi, così voglio iniziare a raccontare, la distanza dal blog a causa della scomparsa di un’amica classe 1931, la conoscevo da 18 anni, racconti d’altri tempi, molto lontani dai giorni nostri, storie di vita quotidiana su nell’alto Appennino, quando ancora l’autostrada non esisteva e i paesi erano abitati, ora sono rimasti solo i ricordi da custodire gelosamente e non più storie da sentir raccontare, ora c'è l'autostrada che ti fa passare veloce quasi a non volerti far immischiare e i paesi agonizzanti senza più abitanti aspettano di finire nell'oblio.