domenica 4 ottobre 2009

TO DAY…(ovvero oggi, il presente)

A seguito dei precedenti post definiti pessimisti, forse cercano di essere realisti considerato che in Italia solo se in questo momento si va a puttane si riesce a essere ottimisti, o forse quel lieve senso di pessimismo è dato dal periodo, ricordo quel tale di nome Picasso che passò un periodo rosa e uno blu, ecco forse è proprio qua la risposta nel periodo, guardando l’orto vedo quei bei fiori blu dei carciofi e penso alla pubblicità “contro il logorio della vita moderna basta un ……., carciofo, se poi te lo infili su per il c--o scopri che ha le spine e a quel punto non pensi più al logorio della vita moderna. I gesti che noi facciamo oggi se li ritroveranno i nostri figli e i nostri nipoti tra molti anni, vedasi il caso di quel tale che abitando alla casa bianca si faceva fare i pompini e non prestava attenzione a quello che buttava sul prato di casa, poi passo uno che era interessato solo alla guerra e del prato di casa non gli interessava molto, ma dopo molto tempo arrivò una donna tutta abbronzata o che dir si voglia che penso di piantare un bel orto nel prato di casa e si scopri che quello dei pompini aveva reso il prato incoltivabile dal punto di vista mangereccio, ma tanto a noi che ci frega tanto mica dobbiamo coltivare le verdure sul prato della casa bianca e nemmeno mai andremo ad abitare in quel posto là.
Cambiando argomento ho notato ultimamente un certo interesse sulla discussione delle piante aliene, in particolare sull’ailanto e sempre oggi camminavo sovrapensiero pensando ai cazzi miei con la macchina fotografica fra le mani, quando mi sono imbattuto in una pianta di tagete e una di prezzemolo, ma cosa fanno in questo posto in mezzo a sassi e cemento non è il loro posto, nessuno li ha seminati e gli ha chiesto di crescere in quel maledetto posto, come avranno fatto, nessuno che le innaffiasse queste povere piante, nessuno che le curasse e loro sono cresciute la una specie di seme anarcoisurrezionalista, le ho fotografate e mi son chiesto?, ma non saranno mica aliene anche queste?, perché se così fosse visto che sono cresciute dove non dovevano chissà che non infestino il pianeta, si tutto tranne il mio giardino di 10 metri per 10 metri dove il famigerato tagete o conosciuto anche con il nome di garofano indiano non è riuscito ad attecchire, chissà quelli che abitavano la casa e usavano il giardino prima di me che cosa hanno combinato nel giardino, o magari i bombardieri americanirussicinesiindianiiraniani lo hanno bombardato con tutte le schifezze possibili e non riesco a farci crescere nulla o forse è colpa dei pini, ma chi se ne frega, intanto lo usano loro!
Passando ad argomento più serio per onor di cronaca ho fotografato l’orto lasagna era un po’ che non ne parlavo, ma gode di ottima salute,…., si lo so ……. c’è qualche buchino sulle foglie ma come ben sapete io non uso nessun tipo di protezione o trattamento ne chimico ne naturale, perché se le usassi sarebbe più semplice andare dal verduraio che tanto trovi sia le verdure BIO che quelle tradizionali (chimiche) e fai molta meno fatica, qua sull’orto lasagna penso che dovrò solo aspettare.
L’orto diversamente abile l’ho dovuto innaffiare e comincia a presentare i segni del declino della stagione, ultimi pomodori che a fatica stentano a maturare, sono rimasti solo dei porri, del sedano invernale e delle bietole che continuo a raccogliere, ma il suo destino è ormai segnato.
In un muro vicino a dei rovi ho scoperto questo, incredibile e ho pensato a Nicola e al suo ultimo post sull’orto permanente, qua però mi sa che siamo in piena anarchia cavoli che nascono dove gli pare, prezzemolo vedi sopra idem, qua regna e impera l’anarchia, le verdure sono uscite dagli schemi e fanno quello che gli pare, sono scappate dagli orti a radici levate, aiuto si salvi chi può, se continua così non avrò più bisogno ne di seminare ne di coltivare e tornerò a fare quello che l’uomo faceva agli inizi ovvero il raccoglitore e poi sai quanto tempo libero.
Altro argomento, le api ormai era veramente da tantissimo tempo che non effettuavo una visita come si deve all’apiario, la giornata come si vede non era delle migliori, un po’ di vento, qualche nuvola, ma chi se ne frega.
Visita alle arnie più che soddisfacente, le foto mi devo accontentare, con una mano la macchina fotografica, con l’altra il favo, covata magnifica su tutte e tre le casette, api in ottima salute, qua tutto bene, api tranquille, credo che si inverneranno bene viste le premesse, anche le scorte non sono male.

E per finire un tocco di neorealismo o futurrealismo, anche la natura fa quello che può, si adatta, scombinata dagli eventi, povera lumaca su un bidone arrugginito, ma forse è l’inizio dell’invasione sulla società industriale.
E il trascorrere del tempo lo vediamo in questa emblematica foto, un forno morto da tanto tempo, troppo tempo che fa sicuramente invidia a qualcuno che lo userebbe volentieri, portandolo a vita nuova e sfornando del buono e profumato pane fragrante fatto con la pasta madre.
Spero di non essere stato troppo noioso o lungo ma questo post mi è venuto così, era la giornata di sabato 4 ottobre trascorsa con la macchina fotografica fra le mani, un’ultima foto scattata giovedì primo ottobre emblema del vecchi e del nuovo, o meglio di ieri e di oggi, o di quel che volete i cavalli nel motore e le mucche nella strada.

5 commenti:

equipaje ha detto...

(Ehm, non fischiano un po' le orecchie?)

mauri ha detto...

Ma devo dire che mi fischia solo la linea telefonica ormai dai primi di luglio, ora sto cambiando compagnia telefonica sperando non mi fischi più.

Vera ha detto...

Deve esserci un feeling tra la rete e i cavoli: continuo con piacere a scovare bei blog orticoli. (grazie Equipaje) Solidarizzo con la (tua? mi sa che tenta di affrancarsi) verza anarchica. Come li cucini i gamberi rossi? un fiumicello qui nei paraggi ne è pieneo e per ora ne aprofittano solo gli aironi. Quando lancio la proposta di far loro compagnia a mensa il mio compagno di tavola mi guarda male e mi da della predatrice. Resisto solo per qualche dubbio sulla qualità delle acque in cui i gamberi nuotano. prenderli non sarebbe un problema visto che quando li fotografo anzicè fuggire tentano di mangiarsi l' obiettivo.

mauri ha detto...

@ Vera - Ciao, il mio non lo definirei proprio un blog orticolo ma qualcosa che assomiglia di più a qulla verza anarchica, che cresce dove e come le pare, spazio troppo in maniera anarchica.
Gamberi, per la qualità delle acque non mi sono mai preoccupato troppo, ma io sono quello che riesce a mangiare anche uno yogurt scaduto da un mese, comunque io li pesco quando ci vado nella parte bassa della pianura padana tra Rovigo e Verona e credimi là l'acqua non è certo delle migliori, se poi ti guardi in giro e vedi cosa seminano, ma sorvoliamo, per prenderli canna da pesca con un'ancoretta, filo grosso, una fetta spessa e grande di fegato e poi butti nell'acqua e dopo un minuto scarso tiri su e scrolli in un bidone della pittura, io lo faccio con tre canne in contemporanea e dopo un paio d'ore di pesca smetto perchè ho male alle braccia a forza di tirare su e giù, poi in un tempo così riempio due bidoni grandi da pittura.
La fatica maggiore è quella di pulirli, tolgo tutto chele e quant'altro lasciando solo la polpa.
come li cucino, come gli altri gamberi che comperi già belli e pronti, con la salsa rosa, con un bel risotto, oppure a uso mare con olio, sale e limone, chiaramente dopo aveli prima cotti, perchè mi sa che crudi creino qualche problema.
PS conoscevo già il tuo blog, bello, ogni tanto vengo a leggerlo ma non ho mai commentato, sono un pigro :)

mauri ha detto...

@ Vera - Ciao, il mio non lo definirei proprio un blog orticolo ma qualcosa che assomiglia di più a qulla verza anarchica, che cresce dove e come le pare, spazio troppo in maniera anarchica.
Gamberi, per la qualità delle acque non mi sono mai preoccupato troppo, ma io sono quello che riesce a mangiare anche uno yogurt scaduto da un mese, comunque io li pesco quando ci vado nella parte bassa della pianura padana tra Rovigo e Verona e credimi là l'acqua non è certo delle migliori, se poi ti guardi in giro e vedi cosa seminano, ma sorvoliamo, per prenderli canna da pesca con un'ancoretta, filo grosso, una fetta spessa e grande di fegato e poi butti nell'acqua e dopo un minuto scarso tiri su e scrolli in un bidone della pittura, io lo faccio con tre canne in contemporanea e dopo un paio d'ore di pesca smetto perchè ho male alle braccia a forza di tirare su e giù, poi in un tempo così riempio due bidoni grandi da pittura.
La fatica maggiore è quella di pulirli, tolgo tutto chele e quant'altro lasciando solo la polpa.
come li cucino, come gli altri gamberi che comperi già belli e pronti, con la salsa rosa, con un bel risotto, oppure a uso mare con olio, sale e limone, chiaramente dopo aveli prima cotti, perchè mi sa che crudi creino qualche problema.
PS conoscevo già il tuo blog, bello, ogni tanto vengo a leggerlo ma non ho mai commentato, sono un pigro :)