sabato 11 febbraio 2012

AGLIO

Sull’aglio si è scritto tanto e sembra quasi superfluo che io scriva dell’altro, ma stimolato dalla domanda di Vera sul tempo di piantagione racconterò la mia esperienza nel caso qualcuno possa trarne delle indicazioni, ma andiamo per ordine, rispondendo subito al suo quesito, ho piantato aglio bianco e mi sono basato sull’esperienza secolare dei vecchi che dicono “chi vuole un bell’agliaro lo pianti in gennaro”, insomma ho usato i proverbi e un po’ di buon senso visto che piantandolo dopo i bulbilli vanno in sofferenza, per quanto riguarda le piantagioni autunnali ti rimando a quanto scrivo sotto.


ORIGINE E DIFFFUSIONE
L’aglio originario della regione del Kirghiz, nell’Asia dove tutt’ora crescono alcune forme spontanee, esso conta una tradizione secolare in gran parte delle regioni dell’Europa e dell’Asia: già 3.000 anni prima di Cristo veniva utilizzato dagli egizi, dai greci e dai romani, il suo impiego nell’alimentazione e nella medicina è noto da tempo remoto anche in Cina e in India.
L’Italia con Francia e Spagna sono i più grandi produttori di aglio dall’Unione Europea.
Le nostre regioni più vocate alla coltivazione dell’aglio sono il Veneto (provincia di Rovigo), la Lombardia (Piacenza), la Campania (provincia di Caserta, Napoli e Avellino), l’Emilia Romagna (Bolognese) e la Sicilia (Agrigento e provincia di Caltanisetta).

ADATTAMENTO AMBIENTALE ED ESIGENZE
Terreno
E’ una pianta molto rustica che si può coltivare in qualsiasi tipo di terreno purchè non eccessivamente umido e compatto. L’aglio è molto sensibile ai ristagni d’acqua che favoriscono l’insorgere di marciumi e compromettono la conservabilità dei bulbi.
L’acidità ottimale del terreno per la sua coltivazione e tra pH 8,3 e 8,5.
Clima
Anche se resistente alle basse temperature, le migliori condizioni per la crescita dei bulbi si registrano nei climi temperato-caldi e in condizioni di prolungata luminosità.
Dove si hanno giorni corti (meno di 11 ore di luce giornaliere) e temperature inferiori ai 10-15°C, l’aglio rimane verde e stenta a differenziare i bulbilli.
Quindi è necessario assicurargli una buona esposizione a Sud e temperature medie superiori ai 15°C (meglio se comprese tra i 18 e 1 23°C).
TECNICA COLTURALE
Preparazione del terreno
E’ indispensabile una buona sofficità del terreno. Per evitare l’insorgere di marciumi, malformazioni e lesioni al momento della raccolta nei terreni molto compatti dove si teme il ristagno dell’acqua si effettua una sistemazione a porche che permette di ridurre almeno in parte i danni.
SARCHIATURA
Sono necessarie almeno 2-3 sarchiature tra marzo e maggio per arieggiare il terreno, eliminare le infestanti e rompre la crosta superficiale che può essere dannosa per l’accrescimento regolare dei bulbi.
Le sarchiature vanno fatte con molta attenzione per non danneggiare i bulbi e l’apparato radicale che è molto superficiale.
RINCALZATURA
Non è necessaria per la coltivazione dell’aglio, mentre nei terreni argillosi è utile rimuovere il terreno attorno ai bulbi per facilitare la maturazione e ridurre il pericolo dei marciumi.
ASPORTAZIONE DELLO SCAPO FIORALE
Lo scapo fiorale va asportato quando è alto circa un palmo per evitare che le sostanze nutritive destinate a ingrossare i bulbilli vengano impiegate per la differenziazione degli organi di riproduzione.
L’emissione del fiore sembra essere un fenomeno ereditario, pertanto è bene non usare i bulbilli di quelle piante per la futura piantagione.
TORSIONE DELLE FOGLIE
Questa pratica è una consuetudine tra molti coltivatori, ma essa è inutile e controproducente in quanto così facendo le sostanze nutritive presenti nelle foglie non possono migrare liberamente verso gli organi di riserva rappresentati dai bulbilli.
FABBISOGNO IDRICO
Nelle regioni settentrionali le esigenze idriche sono soddisfatte dalle precipitazioni atmosferiche, qualche problema si può avere al meridione nelle annate particolarmente siccitose.
Il periodo di maggior richiesta idrica corrisponde al momento dell’ingrossamento del bulbo, dai primi di marzo a metà giugno, in tale periodo sono necessari alla pianta circa 250 mm di pioggia.
Solo se non vengono soddisfatte tali esigenze si può pensare di innaffiarlo e comunque in ogni caso almeno tre settimane prima dell’estirpazione dei bulbi per facilitare la maturazione e non compromettere la conservazione.
PIANTAGIONE
Nel nostro clima la lunghezza del fotoperiodo è insufficiente per far montare a seme l’aglio, che arriva al massimo a differenziare lo scapo fiorale, pertanto la riproduzione della pianta avviene utilizzando i bulbilli.
Per ottenere buoni risultati si usano solo gli spicchi esterni, scegliendo i più grossi e arquati e interamente rivestiti delle caratteristiche tuniche.
Il primo periodo vegetativo la pianta usa esclusivamente le sostanze di riserva contenute nel bulbillo, pertanto più sviluppati saranno gli spicchi più rapido sarà il germoglia mento e più vigorose le piante.
Le capacità di germinazione oltre che dalle dimensioni dello spicchio e da quelle pedoclimatiche, anche dalle condizioni di conservazione cui sono stati sottoposti i bulbilli, dato che sono caratterizzati da un periodo di quiescenza che per essere interrotto ha bisogno di condizioni di bassa temperatura.
I migliori risultati si registrano quando conserviamo i bulbilli a +10°C per almeno sessanta giorni, una conservazione a temperature più basse o poco superiori allo 0°C da luogo a una germinazione anticipata con formazione di bulbi soprannumerari e malformati.
DENSITA’ D’IMPIANTO
L’ottimale e di 25-30 bulbilli/mq (40 cm tra le file e 7,5-12,5 cm lungo la fila); impianti più fitti sono giustificati unicamente per la produzione di aglio destinato a essere consumato fresco.
Con l’aumentare della densità d’impianto aumenta la resa unitaria ma diminuisce il peso di ogni singolo bulbo.
I bulbilli si pongono in solchetti profondi 5-7 cm o in piccole buchette, senza pressare eccessivamente gli spicchi contro il terreno per non compromettere lo sviluppo delle radici.
L’apice deve essere rivolto verso l’alto, altrimenti si rischia un’elevata percentuale di bulbi malformati.
PERIODO D’IMPIANTO
Seguendo il calendario lunare il periodo migliore sembra essere compreso tra il 5° giorno prima della luna piena e il seguente.
Le varietà di “aglio bianco” si piantano da gennaio a marzo, mentre quelle di “aglio rosa” vanno interrate in ottobre-novembre.
Per evitare il rischio di marciumi che possono risultare di estrema gravità nei primi stadi di sviluppo è necessari che le piante abbiano il tempo di radicare e di emettere il germoglio prima del gelo.
Per gli stessi motivi nei terreni molto argillosi o nelle zone a clima molto umido è preferibile rimandare la piantagione a fine inverno.
Non bisogna mai esagerare nell’anticipare troppo la piantagione autunnale poiché si può correre il rischio di stimolare la differenziazione dei bulbilli troppo presto, quando le condizioni climatiche non sono ancora favorevoli all’ingrossamento dei bulbi.
SCELTA DELLE VARIETA’
Fatta eccezione per il “bianco piacentino” di recente costituzione, per l’aglio non si può parlare di varietà vere e proprie ma di ecotipi spesso caratterizzati da profonde diversità nel comportamento biologico, nelle dimensioni, nel colore delle tuniche, nella precocità e nel contenuto aromatico.
Si dividono in due tipi “aglio bianco” o “comune” e “aglio rosa”.
L’aglio bianco è il più coltivato e comprende numerose popolazioni locali, oltre al già citato “bianco piacentino” ricordiamo il “bianco piemontese”, il “bianco veneto”, il “bianco del fucino”, il “bianco di Napoli”, il “bianco calabrese”, il “bianco siciliano”.
Tutti questi sono caratterizzati da tuniche esterne bianco-argentee e interne paglierine, una larga adattabilità, elevata rusticità, sapore molto accentuato e un’ottima conservabilità, con bulbi compatti e serrati con 14-15 bulbilli.
All’aglio rosa fanno capo numerosi ecotipi il “primaticcio rosa”, il “rosa napoletano”, il “rosa della piana di Catania”, il “rosso di Sulmona”.
Presenta tuniche interne sfumate di rosa e un sapore molto accentuato.
Meno coltivato rispetto al bianco a causa dell’elevata sensibilità all’umidità e la conseguente limitata conservabilità.
Presenta un’elevata precocità (anche un mese), maggiori dimensioni a cui a volte corrisponde un numero maggiore di spicchi di piccole dimensioni e distribuiti in modo irregolare.
CONCIMAZIONE
L’aglio non gradisce l’apporto di sostanza organica fresca che comporta l’insorgenza di marciumi e compromette la conservabilità.
Soltanto la somministrazione di letame o composto ben maturo possono assicure al terreno un apporto equilibrato non solo di azoto, fosforo e potassio ma anche di tutta una serie di elementi nutritivi, come zolfo, boro, molibdeno, zinco, la cui presenza è indispensabile per ottenere un prodotto di qualità.
AVVICENDAMENTI E CONSOCIAZIONI
L’aglio trae vantaggio nel seguire raccolti di spinaci, cavoli e patate, mentre è svantaggiato dopo altre bulbose o piante a radice carnosa.
Nelle consociazioni risulta deprimente per fagioli, piselli e taccole, mentre è vantaggiosa la consociazione con pomodori, fragole, cetrioli, prezzemolo, lamponi e alberi da frutto.
Per motivi fitosanitari è opportuno far trascorrere almeno 4-5 anni prima di piantare l’aglio nello stesso appezzamento di terreno.
RACCOLTA E CONSERVAZIONE
Al Nord si raccoglie da giugno ad agosto, al Sud la raccolta è anticipata di uno o due mesi.
Viene estirpato in una giornata di sole, quando almeno otto decimi dei bulbi si presentano con foglie completamente secche o ingiallite, viene lasciato al sole e all’aria per un po’ per permettere l’essicazione completa dei bulbi.
PRINCIPALI PATOLOGIE
Le principali avversità sono: la peronospora che colpisce dalle giovani piante ai bulbi maturi, la ruggine che colpisce dalle prime fasi vegetative ai bulbi in via di maturazione, il marciume polverulento si manifesta principalmente nei bulbi immagazzinati, la mosca dell’aglio che attacca i bulbi da aprile a luglio, la tignola che attacca i bulbi da aprile a luglio, i brachieri o punteruoli dell’aglio che attaccano i bulbi in fase di accrescimento.
NOTE
Si può usare l’estratto di aglio mettendolo in infusione al 10% in acqua per 2 ore come insetticida naturale nella lotta ai parassiti delle piante, si ottiene una mortalità del 69%, inferiore a quella del tabacco, ma superiore agli estratti idro-alcolici di propoli.
Insomma un antiparassitario da usare sicuramente e rivalutare.

6 commenti:

strega reticente valverde ha detto...

Grazie ,post interessantissimo,ora ho capito cosa avevo sbagliato con la mia piccolissima piantagione d'aglio che l'anno scorso ha dato risultati scarsi!
ciao
val

Sara ha detto...

Anche a me piacerebbe spiccare il volo verso le coltivazioni mangerecce e inizierei proprio dall'aglio.

Vera ha detto...

Colta da dubbi, sta a vedere che ho sbagliato tutto, :-O avendo coltivato e venduto aglio per anni, ho preso la scaletta e sono andata a ritirar fuori il mio libro di coltivazioni erbacce dell'università, un tomo di oltre mille pagine, di cui 6 dedicate all'aglio...
Novembre, novembre, secondo loro.
Non paga sono andata a cercare quello di colture orticole, esamillo molto meno impegnativo, nel quale ricordo di aver dovuto parlare per cinquanta minuti solo dei piselli... SHHH quelli verdi! Brutti maligni.
Bene loro specificano come periodo di "semina" per l'aglio bianco ottobre-novembre, per quello rosa non specificano ma dicono che ha un ciclo più breve di un mese, che si conserva di meno e che è più suscettibile ai marciumi (e a me piace meno)
I vecchi qui raccomandano di piantarlo per i morti quasi vi fosse un imperioso motivo mistico o scaramantico (conto i vampiri?).

Dunque i dubbi persistono.

Su una cosa però non ho dubbi ;-) Meglio passare una giornata di fine ottobre che di inizio gennaio chinati ad infilare il pollice nel suolo ogni quattro dita per quattrocentocinquanta metri (quindici file da trenta), come si mettessero supposte alla terra!
In gennaio di freddo se ne prende già abbastanza raccogliendo spinaci accoccolati nel fango.

Ottobre-novembre o gennaio che sia, Buona bagna cauda a tutti la ricetta ufficiale pare preveda una testa d'aglio a testa :D

mauri ha detto...

@ valverde - spero tu possa avere ottini risultati.
@ Sara - Per te non è difficile, oltre al pollice verde ti viene tutto facile, per l'aglio lo puoi piantare anche tra i fiori del giardino così ottieni due risultati, l'aglio e una lotta contro i parassiti, anche se il tuo giardino è così diversificato che difficilmente avrai grossi problemi con i parassiti.
@ Vera - Non volevo farti togliere la polvere dai tomi e nemmeno farti prendere la scaletta, meglio una tazza di tè a guardar la neve scendere.
Prima dell'aglio a questo punto mi aspetto da te un bel post sui piselli in stile esaustivo con tanto di foto come quello sulle zucchine, e qua mi fermo altrimenti chissa che minchiate scrivo.
Sui dubbi che persistono cerchiamo di scioglierli, e allora anch'io sono andato a vedere e ho trovato un casino di gente che non è daccordo con me.
Anche il catalogo Ingegnoli non è daccordo con me, ma allora come sarà tutta questa confusione?
Io non voglio fare ne la parte della Santa Inquisizione ne la parte di Galileo, in ogni caso i libri e le opinioni sono sempre revisionabili, per onestà devo dire che quello che scrivo si riferisce come sempre e in ogni caso se non specificato in maniera diversa all'appennino tosco-emiliano versante toscano quota ottocento metri, quando abitavo nelle all'inizio delle prealpi venete a quota 200 metri s.l.m., piantavo anch'io l'aglio in autunno, ma ora che mi sono trasferito e il clima mi sembra leggermente cambiato ho riscontrato risultati migliori piantandolo a gennaio.
Comunque piantalo quando ti pare che va bene comunque, la mia è una piccola esperienza di 2 metri quadri non su larga scala come la tua.
Non ti invidio nel fango a raccogliere spinaci a gennaio, l'unica mia esperienza su larga scala l'ho fatta anni fa a raccogliere pomodori nell'infuocata pianura padana l'unico bianco in mezzo un mare di neri pure pagato in nero.
La bagna cauda la faccio un paio di volte durante l'inverno e mi hai fatto venir voglia di farla.

Vera ha detto...

Potrei provare a piantare qualche spicchio adesso, ma gennaio è passato e mi toccherebbe scavare in mezzo metro di neve.
Tranquillo non ci vado più a raccogliere spinaci nel fango, sono vecchia per certi giochini.
L' attività principale di casa (unica per il mio compagno) non è più l'agricoltura, lo è stata per dieci anni, ma poi non ci si stava più dentro e così...
Rimane l'orto per casa e per le public raletion

mauri ha detto...

L'orto da public raletion, bene molto bene, anch'io ne faccio uso avvicina la gente.