sabato 29 ottobre 2011

Dall'alluvione al medioevo

Nei giorni scorsi siamo stati colpiti da una tremenda alluvione che ha stravolto il territorio, lo ha ferito a morte, facendo precipitare alcune zone in una specie di medioevo, comunicazioni interrotte, stradali, ferroviarie, telefoniche, di conseguenza mancanza di internet, in certe zone mancanza totale dell'acqua, della luce del gas, in altre zone è andata peggio, case distrutte, automobili inghiottite dalle acque.
Di immagini ne abbiamo viste molte in televisione e tutte dai contenuti apocalittici, vorrei fare una piccola considerazione su questo disastro, questa alluvione ha colpito una precisa regione idrografica, per capire meglio riporto alcune citazioni di antichi autori.
Quella regione a sè situata tra Toscana e Liguria la Lunigiana così definita da Francesco Poggi
« Una regione montagnosa formata da due gruppi, uno spettante alla catena appenninica, l'altro costituente la Alpi Apuane, il paese le cui acque sono raccolte dal bacino idrografico Magra-Vara. Le creste dei monti che circoscriverebbero questo bacino formerebbero il confine teorico della Lunigiana; ma tutti comprendono che il contrafforte appenninico, che trovasi alla destra della Vara e dell'ultimo tratto della Magra dalla confluenza dei due fiumi alla foce, non può essere diviso, perchè il versante occidentale discende e talora precipita nel mare, e non alimenta alcun bacino fluviale propriamente detto, essendo percorso, e ad intervalli abbastanza grandi, da piccoli torrenti in valli anguste che mettono direttamente alla costa. Cosicche tale contrafforte deve essere considerato da un certo punto in poi come una spessa parete al bacino Magra-Vara, e facendo quindi parte indivisibile ed integrante dello stesso bacino. a voler essere esatti, il paese così limitato comprenderebbe comprenderebbe, oltre il bacino della Magra-Vara, propriamente detto, anche il territorio litoraneo ad esso corrispondente, con le piccole valli che lo intersecano, prima fra tutte quella del Frigido » (1)
Il Caselli così definiva:
« Perciò i confini della Lunigiana, sono ben definiti, a S.-O. dal mare, tra la punta del Rospo, presso Deiva, al fosso del Cinquale, emissario del lago Porta, a S.-E. dallo spartiacque fra i bacini del Frigido e della Serra, spartiacque formato dalla vetta di varie collinette e dai monti delle Apuane; a N.-E, Nord e N.-O.dallo spartiacque della Magra formato dalla cresta appenninica; a Ovest dal tratto dello spartiacque della Vara a cui fanno seguito i monti e i poggi che declinano al mare » (2)
Scarse e incerte notizie storiche della regione le troviamo dal Bruzza che asserisce:
« il territorio Lunense fu già de' Liguri Apuani; ma, vinti che furono dai Romani l'anno 574 di Roma (180 a.c.), venne condotta a Luni una colonia di cittadini romani, ai quali furono assegnati terreni, ch'erano parte del territorio di Pisa. Tre anni dopo, cioè nel 577 di Roma (177 a.c.), vi furonio aggiunti altri duemila cittadini e dati ad ogni colono cinquantuno jugero e mezzo di terra presa ai Liguri, istituendo così una colonia, che stando sulla frontiera della Repubblica, fosse si forte, che bastasse a respingere gli assalti nemici » (3)
Non vi sono dubbi intorno alla descrizione fotografica del Golfo lasciataci dal geografo greco Strabone (Geografia, libr.V), tradotta dal Prof. Manara Valgimigli « Fra questi luoghi v'è la città e il porto di Luni; ma i Greci dicono città e porto di Selene. La città non è grande, il porto invece è grandissimo e bellissimo, e racchiude in sè più porti i quali sono tutti assai profondi benchè vicinissimi alla riva: e difatti questo porto era stato scelto bene come luogo d'ormeggio da uomini che furono padroni per molto tempo di questo mare. Inoltre questo porto è tutto chiuso in giro da alti monti, dai quali si vede già l'ampia distesa del mare ........ E vi sono cave non solo di marmo candido, ma anche di marmo screziato e striato di vene cerulee; e ve ne sono tante e così grandi, e danno tali colonne e lastre di un sol pezzo, che la più parte delle migliori opere che si vedono a Roma e nelle altre città  trassero di qui il loro materiale. E del resto questo marmo è di facile trasporto, perchè le cave sono sui monti che sovrastano il vicino mare, e a sua volta il Tevere riceve facilmente i carichi che provengono dal mare ».
Da quste premesse riusciamo a capire che la zona colpita dall'alluvione è una sola quella del bacino idrografico Margra-Vara, diro di più una volta Luni (zona archeologica) aveva il suo porto, oggi è lontanissima dal mare, altre città litoranee avevano il porto e ora sono lontanissime dal mare, Spezia è sorta dall'interramento di parte del golfo e così altre zone, questo ci fa capire nel corso di 2000 anni quanto materiale è stato portato a valle da questi torrenti.
Il territorio sopra descritto non sono rare le frane per scorrimento e scoscedimento, provocate specialmente dalla erosione dell'acqua in seguito ad abbondanti precipitazioni atmosferiche.
Il Targioni (4) ricorda di un'enorme frana avvenuta nel 1606 a Montelungo, confine del Pontremolese con la provincia di Parma, sotto la quale rimase sepolto il villaggio omonimo le cui rovine furono disotterate in parte nel 1747. Ricorda inoltre un'altra frana avvenuta nel Pontremolese nel 1732, che atterrò ponti e case e causo la morte di parecchie persone e moltissimo bestiame con un danno di oltre 100 mila scudi.
Una frana di considerevoli dimensioni avvenne il 26 dicembre 1853 tra Vernazza e Corniglia, il zona chiamata Guvan, travolse tutto vigneti, case e precipitò in mare, causando anche un sommovimento del mare creando l'emersione  di un tratto di fondale marino.
Sempre nella zona sono presenti tratti di terreno alluvionale, nella valle del Magra sono a Pontremoli, Villafranca, Tresana, Aulla, Santo Stefano, Cepparana, Sarzana e Luni.
Nella valle del Vara li troviamo a Brugnato, Borghetto Vara, Cavanella, Follo e Bottagna.
Questo per dire che alluvioni più o meno intense ci sono sempre state, ma se costruisci come ad Aulla dentro l'alveo del fiume, prima o poi il fiume ritorna a riprendere il suo letto, quindi ci sono delle precise responsabilità in merito all'accaduto, anche a Borghetto Vara probabilmente esistono delle responsabilità sull'accaduto.
A Pontremoli invece abbiamo delle situazioni fantozziane, ponti antichi che benissimo hanno retto la furia delle acque, mente un ponte costruito pochissimi anni fa voluto fortemente dall'amministrazione Ferri per unire la nuova zona artigianale con l'innesto dell'autostrada ha avuto un pilone piegato, ma chi sono stati quei proggettisti dilettanti che non hanno saputo costruire?
Un discorso diverso da fare per Mulazzo, antico borgo ora evaquato, la furia delle acque è stata immane e credo che solo in parte  possiamo dare la colpa all'uomo, così come nelle cinque terre, parte della causa va ricercata nell'incuria dell'uomo, ma buona parte è dovuta alla bomba d'acqua.
Esistono tante tantissime storie che andrebbero raccontate, storie di morti, storie di gente che ha perso tutto, ma già tanto ne parlano i media, io voglio solo raccontare in breve la storia del canile comprensoriale della comunità montana della Lunigiana, anche lui costruito sulla riva di un torrente ospitana circa 215 cani, e a fianco con i soldi dei volontari era stata costruita una clinica per cani di proprietà dell'associazione, ebbene è stata distrutta dalla forza delle acque, mentre il restante canile è andato distrutto in buona parte sono morti alcuni cani e dei cuccioli, ora una piccola parte dei cani sono stati portati in altre strutture, ma ne rinangono ancora tantissimi è ci sarebbe bisogno di persone volonterose che li prendessero, i volontari stanno già lavorando per ripristinare il ripristinabile, ma è difficile anche andare al canile, la strada con cui si giungeva è stata distrutta perciò si può solo andare a piedi, hanno anche aperto una sottoscrizione per aiutare questa piccola ricostruzione per ridare una casa a questi nostri amici a 4 zampe.
Come potete vedere l'alluvione ha mille sfacettature, io mi ritengo fortunato perche non ho subito danni di sorta ma c'è gente che ha perso tutto, proprio tutto e possiede solo quello che indossa.
Tornando al titolo "dall'alluvione al medioevo" voglio solo dire che con le comunicazioni interrotte e non potendo comunicare con i cellulari viaggiavano leggende metropolitane ma anche un'infinità di informazioni vere che potevano essere trasmesse solo con il passa parola, un'ultima cosa durante quel breve lasso di tempo gli unici soldi erano quelli che avevi in tasca, bancomat e carte di credito non servivano non erano utilizzabili.
Se nel vostro piccolo potete fare qualcosa fatelo, grazie.

(1) F. Poggi, La storia della Lunigiana. In "Atti del congrsso per il riordinamento amministrativo della Lunigiana, promosso dal Comune della Spezia". La Spezia, 1914.
(2) C. Caselli, La Lunigiana geologica e preistorica.  La Spezia, 1926.
(3) L. Bruzza, Sui marmi lunensi. In "Dissertazione della Pontificia Accademia Romana di Archeologia". Roma, 1884.
(4) G. Targioni, Relazione di alcuni viaggi fatti in diverse parti della Toscana. Vol. X, Firenze, 1768-1769.

3 commenti:

Sara ha detto...

Ce lo aspettavamo, o no? iRomani hanno fondato Luni nella mia piana, poi nel medioevo il capitolo della diocesi è andato a Sarzana. Sia Luni che Sarzana sono praticamente rimaste indenni dalla catastrofe che si è abbattuta nei giorni scorsi. E'che una volta forse cercavano con criteri più oculati i posti dove far sorgere gli insediamenti abitativi, oggi invece ci si contende il posto per far sorgere l'ennesimo outlet.

Harlock ha detto...

Grazie per il bel lavoro di informazione che hai fatto!

Purtroppo si continua a parlare solo di grandi opere, mai di opere di messa in sicurezza della popolazione!!

mauri ha detto...

Sono perfettamente d'accordo con voi, alla luce di quanto è successo a Genova mi sembra di poter dire che le alluvioni non insegnano niente.