lunedì 6 settembre 2010

Limiti decadenza e morte di una civiltà (prima parte)

Per capire meglio i limiti della nostra civiltà mi sono guardato indietro, cercando di capire meglio il passato per comprendere il presente e vederne i suoi limiti.
Numerose civiltà si sono succedute nei secoli, hanno toccato l'apice e poi come d'incanto sono sparite, inghiottite dalla storia, quasi a perderne traccia.
Una civiltà assomiglia un pò a un seme che pianto nell'orto, a volte rigoglioso a volte stentato, con una vita che lo porta all'apice per poi scomparire, a volte per sempre a volte diverso perchè la libera impollinazione lo ha mutato.
Partiamo da cose recenti, i bombardamenti atomici di Hiroshima e Nagasaki in Giappone, la stupidita ha cancellato la storia di queste due città, non esiste più un prima una storia, esiste solo quel momento fatidico e tutto quello che è venuto dopo, sopravvissuti, racconti, tutto legato a quel momento, che in una frazione di secondo ha cancellato la storia.
Anni prima ci fù la prima guerra mondiale che durò poco più di tre anni, alla sua fine si contarono circa dieci milioni di morti, frutto dell'idiozia umana, se questa guerra non fosse finita un fatto esterno l'avrebbe fatta terminare ovvero i circa 50 milioni di morti causati dalla febbre spagnola nei sei mesi che seguirono la fine della guerra, in totale 60 milioni di morti che modificarono la storia futura.
Andando a ritroso e senza dilungarsi troppo, alcuni secoli di inquisizione e caccia alle streghe fecero perdere la sapienza popolare sulle erbe, rendendoci più poveri nella conoscenza.
Ma giungiamo al dunque, nell'antichità il sapere fu riunito in un'unico posto ovvero la biblioteca di Alessandria, in essa era stata riunita tutta la conoscenza del mondo antico, tutte le menti più brillanti del tempo la frequentavano era il massimo della cultura e della conoscenza del tempo, poi in un attimo il fuoco e la conoscenza andò perduta, oggi come oggi si fanno dei ritrovamenti di qualche papiro o frammenti di tavole, ma questo è nulla in confronto a quello che andò perduto, è come salvare un libro in mezzo a migliaia e migliaia di volumi.
Un libro non racconta nulla di più di quello che contiene e non sapremo mai cosa era scritto negli altri.
Ora torniamo al presente, il libro di carta stampata sta scomparendo, al suo posto libri virtuali, ma sopratutto internet che altri non è che un'informazione virtuale ovvero senza materia, in questo momento tutta la conoscenza viene riversata in rete, noi non scriviamo più su carta, ma digitiamo su una tastiera, e salviamo su un disco rigido o su una chiavetta, ma a volte su un server remoto che non sappiamo nemmeno dove sitrova, un posto senza luogo.
Ecco tutto questo è il limite che segnerà la decadenza e la morte della nostra civiltà così come la conosciamo.
Nella seconda parte cosa porterà alla scomparsa del nostro sapere.

3 commenti:

viola ha detto...

Anche a me lascia un pò perplessa il fatto che non si scriva più a mano.. si lo so, può sembrare una banalità ma per me è importante. A parte che mi piace tanto scrivere su carta, foglio e penna, vedere la mia calligrafia; trovo sia una ricchezza che si, andrà perduta.
ciao viola

Vera ha detto...

Tutto bene Mauri? è tanto che non scrivi più. Un saluto

mauri ha detto...

@ Viola - il fascino della scrittura è una cosa antica, è un'arte.
@ Vera - Pronto a ripartire dopo lunga pausa di riflessione