sabato 26 gennaio 2013

L'orto del tempo avverso


Avevo raccontato della voglia di costruire un nuovo orto, questo progetto non aveva ancora un nome preciso ma con l’inizio del nuovo anno come per magia è comparso il nome e mi si sono anche chiarite molte idee a tal proposito, il nuovo nato si chiamerà l’orto del tempo avverso.
Veniamo al perché di questo nome, “il tempo avverso”, guardandomi attorno, ascoltando la gente, raccontandoci le cose, spesso si finisce a parlare del tempo e si fanno le considerazioni più disparate tipo di come le stagioni non siano più quelle di una volta e via discorrendo.
Devo dire che un fondo di verità c’è, dopo un 2012 terrificante con una siccità prolungata e le varie bombe d’acqua come sono chiamati oggi i moderni temporali e prima ancora ricordo il freddo e la neve che in alcuni posti è arrivata ad essere una vera e propria calamità mi sono chiesto cosa ci porta in serbo il 2013, a dire il vero mi sono anche dato una risposta ma non lo voglio raccontare altrimenti mi si appiccica l’etichetta di catastrofista e io credo di non essere un catastrofista, anzi credo di essere tutt’altro, come possiamo chiamare uno che conosce anzitempo quel che probabilmente accadrà, veggente?, no direi di no, e allora vi chiederete come vuoi essere chiamato?, piano che ci arrivo.
Ora vi voglio far tornare alla mente una parabola, quella delle dieci vergini che sicuramente molti di voi conoscono, cosa dice o cosa racconta questa parabola?, rammentiamolo.
Ciascuna delle vergini porta con sé una lampada, ma solamente cinque portano anche una riserva di olio per la lampada. Siccome lo sposo tarda ad arrivare le vergini si assopiscono e le lampade vengono meno. Allora le cinque vergini stolte senza la riserva di olio chiedono alle cinque sagge dell'olio; ma queste rifiutano perché l'olio non venga a mancare alle une e alle altre ed invitano ad andare dai rivenditori. Mentre le stolte vanno a comprare l'olio arriva lo sposo e quindi entrano alla festa di nozze solamente le cinque vergini sagge. Le altre, irrimediabilmente in ritardo, restano escluse.
Tutto qui, colui che costruirà in tempo nel 2013 un orto del tempo avverso sarà saggio e previdente mentre tutti gli altri saranno come le cinque vergini stolte, non avendolo costruito per tempo e inutile che si affannino a cercare dei rivenditori quando ormai sarà troppo tardi, resteranno esclusi, ma voi che leggete potete essere come le cinque vergini sagge, quindi siate saggi e previdenti.
Ora approfondiamone il significato: tempo avverso vuol significare o dire contrario, che si oppone, ostile, nemico, pertanto potremo parlare di tempo contrario all’orto, oppure tempo che si oppone ai lavori dell’orto, o ancor meglio tempo ostile all’orto o se voliamo dirla tutta tempo nemico dell’orto.
Sarete d’accordo con me che il tempo non è di certo a favore del nostro orto e già saperlo è un passo in avanti, siete cosi sicuri che non farà freddo o caldo nel momento sbagliato e siete in grado di scommettere che le piogge quest’anno saranno giuste e regolari, non grandinerà, che non ci saranno bizze e capricci, se avete la certezza che niente di nefasto comparirà nel 2013 avremo un anno ideale per qualsiasi orto, altrimenti non ci resta che l’orto del tempo avverso.
Per concludere questa arzigogolata prefazione posso dire che l’orto del tempo avverso è l’orto dell’uomo saggio.
Ora immagino sarete sicuramente curiosi di sapere com’è fatto o cosa ha di diverso quest’orto da tutti gli altri.
Innanzitutto è un orto ragionato, ponderato e studiato prima sulla carta, con un preciso progetto che solo successivamente potrà essere messo in pratica sul terreno.
Nell’orto del tempo avverso ci sono due tipi di verdura, quelle facili e quelle difficili.
Partiamo da un esempio di verdura facile, la bietola, perché è facile?, semplice se durante l’anno incontro delle difficoltà, esempio una grandinata la risemino e tempo un mese ho nuovamente le bietole, ma veniamo ad un esempio di verdura difficile come può essere il pomodoro, difficile perché se arrivo a metà stagione e perdo i miei pomodori, ho perso il raccolto dell’anno, non faccio più tempo a ripiantarli, almeno da me, e allora quali sono i rimedi, chiaramente un telo antigrandine, ma questo ci salva solo dalla grandine e non da tutte le altre bizze del tempo avverso.
Vediamo come ho deciso di combattere questa avversità in barba a tutti quelli che parlano del riscaldamento globale e in barba anche ai loro detrattori quelli che dicono che il clima si sta raffreddando, il mio parere in questo momento non conta perché io forse vi parlerei di ingegneria climatica e controllo del clima e allora capite che per me è quasi una guerra e allora in qualche modo la devo combattere per non rimanere schiacciato dagli eventi, ma torniamo al nostro pomodoro, in questo periodo che sembravo quasi scomparso dal web in realtà mi sono dato molto da fare per raccogliere semi e in questo momento ho un buon numero di varietà di pomodori che spaziano in base ai paesi d’origine: Marocco, Turchia, Italia meridionale, Italia centrale, Italia settentrionale, Svizzera, Francia del sud e del nord, Canada, ex repubbliche sovietiche, ecc., capite a colpo d’occhio che un pomodoro del Marocco ha un comportamento diverso da uno che viene dal Canada, hanno bisogno di climi diversi, appunto la mia strategia è quella di piantare un gran numero di varietà con caratteristiche molto diverse, questo mi permetterà di poter gustare i miei pomodori in quanto se una varietà stenta in quanto il clima gli è ostile ci sarà la pianta vicina che invece trarrà giovamento da quel clima.
Questo mi porterà a maturazione ottimale ogni anno varietà diverse a seconda del clima che si verificherà.
Fine della prima parte.

2 commenti:

unrosetoinviacerreto ha detto...

Ammirevole proposito.
E importante sperimentare le varietà, ma non tutti hanno la conoscenza o la pazienza o la voglia di farlo.
La maggior parte di noi fa parte delle vergini stolte.
Io mi sono limitata a seminare
della fava, più stolta di così.
Il guaio è che serve tempo per fare tutto e capire le priorità.
Attendo curiosa il seguito.
Buon lavoro.
Ciao

Sara ha detto...

Io per ora mi affido ancora all'orto del suocero, però credo che lui ti capirebbe immediatamente!
In ogni caso, viva le bietole, che sono capaci di sopportare tutto!