martedì 25 dicembre 2012

Vicini e lontani

A tutti vicini e lontani buone feste, un arrivederci a gennaio!

domenica 23 dicembre 2012

Nuovo anno, nuovo orto

Con il nuovo anno si profila la costruzione di un nuovo orto, ne avevo già accennato, alcuni mi hanno chiesto se avevo bisogno di un nuovo orto, la risposta è no, ma come tutte le rivoluzioni c'è bisogno di cambiamento e cosa c'è di meglio che recuperare un pezzo di terra incolto per costruirvi un nuovo orto?
Questo sarà un'orto tradizionale, direte "non è che stai diventando banale?", non credo, per due motivi, il primo è molto semplice, cercherò di dare un'impronta organizzata a quest'orto, rotazione, semine, trapianti tutti razionalizzati, cercherò di renderlo produttivo riducendo al massimo tutti i costi, cercherò nel limite del possibile di mettere tabelle di costruzione, di rotazione di semine e relativi costi.
Partiamo a descrivere il progetto, sarà un'orto di circa 200 mq che dovrebbe fornire verdura per 4/5 persone su un terreno interamente piano situato a 600 metri con una buona esposizione al sole, abbastanza riparato dai venti, fornito di acqua sorgiva (non dell'acquedotto), attualmente è incolto da anni e prima era prato stabile, una buona condizione di partenza per avere un terreno non inquinato da pesticidi e altre schifezze. Al momento attuale i cinghiali vi hanno razzolato creando delle buche, pertanto il primo intervento sarà provvedere a un'aratura e poi alla recinzione, serviranno una cinquantina di metri di rete dei pali un cancello e del filo spinato, ma ne riparleremo in seguito.
Ora vorrei parlare senza scendere sui dettagli della rotazione (cosa che farò più avanti in maniera dettagliata) ho deciso di creare 18 aiuole che dividerò in tre gruppi di sei aiuole, (farò uno schema dettagliato quando parlerò in maniera approfondita della cosa) il concetto dovrebbe essere semplice, quando si parla di rotazione generalmente si dice che un'ortaggio non dovrebbe mai tornare nello stesso posto prima del quarto anno ed è quello che io farò.
Avremo quindi le prime 6 aiuole che indicherò con A le quali saranno a loro volta suddivise in due insiemi A1 e A2, stessa cosa con le seconde 6 aiuole che indicheremo con B a loro volta suddivise in B1 e B2, le restanti indicate con C suddivise in C1 e C2.
Cosa se ne può dedurre?, semplice, facciamo un esempio, pianterò i peperoni il primo anno in A1, il secondo anno in B1, il terzo anno in C1, il quarto anno in A2, il quinto anno in B2, il sesto anno in C2 e solo al settimo anno i peperoni torneranno al posto di partenza, una rotazione di sei anni.
Sembra complicato ma quando ne parleremo e metterò lo schema la cosa sarà semplice e facile.
Il secondo motivo che mi spinge a creare un nuovo orto sono le nuove relazioni umane intraprese con vari amici scambiando semi, sopratutto con uno che mi ha permesso di ampliare il numero di semi o meglio di varietà a mia disposizione e siccome questo lo considero un patrimonio prezioso da salvare mi ritrovo mio malgrado a seminare un'infinità di varietà di ortaggi alcuni davvero rari.
Su alcuni ho fatto la scelta di coltivare una sola specie come gli zucchini, sulle zucche mi limito a poche varietà a causa dello spazio che occupano, su altre mi limito a causa della difficoltà di coltivazione in quel posto, vedi meloni, mentre su altri come i pomodori conto un centinaio di varietà, altri come i fagioli credo di essere oltre le venti varietà.
Mi sembra chiaro che i pomodori dovrò seminarli ad anni alterni per conservare la semente, non posso andare oltre le cinquanta varietà tra i vari orti, altrimenti questo non è più un passatempo, diventa una mania o un lavoro.
Credo che anche conservare il patrimonio genetico racchiuso nelle sementi che gelosamente custodisco sia un gesto rivoluzionario, o magari è già rivoluzione e non la percepiamo ancora.

giovedì 20 dicembre 2012

C'era una volta .......Il Diospyros kaki

La rivoluzione si fa anche raccontando storie.
Ho trascorso la mia infanzia là dove la pianura veneta va a sbattere contro le prealpi e lievi salgono i primi contrafforti a spingersi su verso le montagne.
Era la meta del secolo scorso, tante cose sono cambiate, la gente è cambiata, è diventata più triste, la campagna è cambiata, è sparita per far posto a case, ma sopratutto a capannoni, a grandi aree industriali, che si stanno evolvendo e cominciano a diventare un'enorme cimitero post industriale, capannoni vuoti a rendere triste il paesaggio.
Ma mettiamo ordine nella storia, d'inverno durante questo periodo dicembre/gennaio si facevano due cose, la prima era una grande festa, si uccideva il maiale che per tanti mesi si aveva coccolato e accudito, a quei tempi in campagna non c'erano ne vegetariani ne vegani, il popolo veneto era uscito dalla pellagra, dalla fame e si faticava ancora a riempire la pancia, c'era molta miseria prima del grande bum urbanistico iniziato alla fine degli anni 60, poi negli anni 80 tutto sembrava possibile e ora inesorabile avanza il declino.
Del maiale non si buttava nulla, era una grande festa, si riunivano più persone per le varie operazioni, tutto manuale compreso il tritacarne, si impastava la carne per i salumi a mano, insomma era una festa perchè ci sarebbe stato da mangiare per i prossimi mesi.
Quelli che venivano a darti una mano non venivano pagati, ma gli si scambiava il favore quando fosse stato il loro turno di uccidere il maiale.
Oggi i maiali in campagna non ci sono più, è cambiata la nostra visione del mondo, una volta andavi nel fossato dietro casa a prendere i gamberi, si mangiavano una o due volte l'anno, poi i gamberi abbiamo cominciato a trovarli al supermercato, anche perchè nel frattempo erano spariti dal fossato dietro casa, spariti a causa del progresso portato in campagna da pesticidi, erbicidi e diserbanti vari, poi il progresso è avanzato e i fossati sono stati intubati o cementificati, ma i gamberi abbiamo continuato a comperarli al supermercato, solo che venivano dall'asia, di certo non una scelta sostenibile, ma almeno erano gamberi, perchè ora si trovano gamberi fatti con carne macinata, amido e del colorante più degli aromi per dargli il gusto di gambero, e estrusi a macchian per dargli la forma di gambero.
Come siamo cambiati, il giorno del maiale era una festa, c'era allegria, oggi i nostri giorni sono surrogati di vita, pieni di tristezza e amarezza pwe i giorni che verranno.
La seconda cosa che si faceva in questo periodo era raccogliere le olive, raccolta che iniziava dopo il 10 dicembre e andava avanti fino alla fine di gennaio, le olive erano mature e ringrinzite, oggi non è più così, si raccolgono molto prima, prima che le olive maturino, è tutto cambiato, a gennaio ormai nessuno ha più olive da raccogliere, questa era la festa dell'olio, ti faceva sentire ricco quando portavi a casa l'olio nuovo.
Due momenti gioiosi, di festa nel lungo e buio inverno di una volta........, vi domanderete:"Ma il kako?", appunto ci stavo per arrivare, c'erano molte piante attorno a casa una volta:
"el pomaro, el peraro, el figaro, el persegaro" (così venivano chiamate in dialetto) e poi c'era "el cacaro", appunto c'era la pianta di kaki il famoso Diospyros kaki,  oggi il paesaggio è diverso non si riconosce più, intristito, e se passi da quelle parti ti fermi, vedi uno, lo chiami "Hei moro!", e gli chiedi se ci sono piante di kaki da quelle parti, lui ti dirà di non averne viste, oggi vanno di moda gli ulivi in giardino, rigorosamente nani o secolari ma potati a fondo, si perchè ti spiega, le piante grandi creano disordine e sotto quel finto prato inglese che tenerlo verde d'estate è impossibile, nemmeno se ci dai una mano di vernice all'erba, che tristezza, tanti olivi e nessuno che raccoglie le olive in questi tristi giardini.
Ora arriviamo al "cacaro" come lo chiamavano da quelle parti, tutte le case coloniche della prima meta del secolo scorso davanti a casa ai bordi dell'aia avevano la loro bella pianta di kaki in bella vista che si vedeva da casa guardando fuori, e in questa stagione quando la luce era poca, la nebbia a volte era fitta, là in bella vista quella pianta con tutti quei frutti come tante palle scintillanti illuminava questi corti giorni dell'anno e davano allegria agli abitanti della casa, donavano felicità, serenità.
Oggi non è più così, quei pochi che lo piantano ancora lo mettono lontano da casa relegandolo in un'angolo come a vergognarsene, forse abbiamo smarrito la felicità, in questo mondo triste abbiamo vergogna di essere felici, e al tempo stesso sono sparite quelle feste conviviali di una volta, oggi sono rimaste solo le happy ....., no mi sa che con la crisi che ci morde il culo non è rimasto proprio niente di happy, solo la tristezza, ma io dico che cambiare si può, fai la tua azione rivoluzionaria pianta in bella mostra davanti a casa una pianta di kaki, lei ti porterà gioia e allegria in queste fredde e corte giornate invernali.
Piantare una pianta di kaki è un gesto rivoluzionario più di quello che si può immaginare, specie se guardando fuori dalla finestra lo vedi, li a contrastare il grigiore dei giorni che cercano di avanzare.
Buona rivoluzione a tutti.

domenica 16 dicembre 2012

Qualcosa di rivoluzionario

 Alla domanda "Ma dormi?", rispondo volentieri "No", penso e medito.
In questo lento pensare, alla fine un'intuizione e mi sono detto:
"Fai qualcosa di rivoluzionario", si vi è un grande bisogno di rivoluzione in questi tempi, la rivoluzione non si può fare stando seduti dietro a uno schermo, la rivoluzione la si fa uscendo di casa e allora io che me ne stavo comodamente rilassato ho deciso e mi son detto "Se rivoluzione dev'essere, che rivoluzione sia!"
 Per fare una rivoluzione è necessario avere delle idee e progettare azioni e allora giù a riempire l'agenda fitta di cose da fare, di appunti, di azioni, di incontri con altri che possano avere i tuoi stessi intenti, il tuo stesso obbiettivo, ne è scaturita un'agenda zeppa con cancellature, appunti e appunti sugli appunti, note, schizzi, azioni da fare.
Insomma ne è scaturita l'agenda del perfetto rivoluzionario e il mio primo atto di rivolta sarà costruire un nuovo orto, con tanto di progettazione fatta sulla carta, mai mi ero spinto a tanto, una cosa in grande stile, in questi tempi bui, nulla vi è di più rivoluzionari nel costruire un nuovo orto e se ne sarò capace vorrei che fosse un'orto condiviso, un nuovo progetto con tanto di schemi già pronti per questa nuova avventura per questa nuova rivoluzione.
 Sarà un'orto di circa 200 mq con tanto di rotazione di 6 anni con progetto sulle verdure da piantare con tanto di schema a impianto tradizionale.
Una seconda azione mi porterà a recuperare un'altro pezzo di terreno abbandonato in cui voglio piantare un nuovo oliveto, 18 piante giusto per il consumo famigliare, se questa non è un'azione rivoluzionaria, ditemi voi stravolto l'attuale abbandono del terreno si va verso una felice decrescita.
Terza azione sarà il recupero di un piccolo castagneto abbandonato da anni ormai inselvatichito, provvederò al taglio delle piante conservando solo una piccola parte dei castagni selvatici che in primavera ho intenzione di innestare, praticamente un ritorno a quello che era una volta un castagneto produttivo, decrescita e rivoluzione, un'azione dimostrativa.
Ma l'agenda è zeppa di appunti.
Un'altra azione dirompente è l'ampliamento della mia collezione di sementi per essere autonomo e autosufficiente, e incrementare le azioni di spaccio delle mie sementi attraverso scambi vicini e lontani, una contaminazione per gettare il seme della libertà di semina.
Lavoro alla creazione di una rete locale di scambi di idee e azioni, tutto questo è rivoluzione, tutto questo porta a un nuovo futuro.
Sul blog cercherò di tenere la barra a dritta sulla mia nuova rivoluzione, basta considerazioni personali su politici stantii, su golpisti che governano usurpando la democrazia, basta considerazioni sulla televisione demente che addormenta le coscienze, è il momento di agire, del fare, non possiamo aspettare nessun salvatore, solo i nostri gesti ci salveranno, solo l'intreccio delle relazioni per una nuova visione rivoluzionaria ci porterà a essere ancora vivi domani.
Sveglia!, la rivoluzione è ora, fai un gesto, fai un'azione rivoluzionaria, fai un'orto, coltiva qualcosa, coltiva un sogno, non lasciarlo morire prima di nascere, non aspettare domani, domani potrebbe essere troppo tardi.
Farò dei post dedicati a tutte queste azioni rivoluzionarie, approfonditi come non mai.
La rivoluzione è adesso, se pianti i tuoi semi, se coltivi le tue verdure, con queste azioni non partecipi al PIL e questa è rivoluzione, sai cosa mangi, da dove viene e chi l'ha coltivata e questa è rivoluzione, sulle verdure che coltivi non ci sono ricarichi e guadagni per nessuno, non devi pagarci l'IVA, soldi con cui questa classe politica stantia ha saputo dare il peggio di se, non ci sono costi di trasporto, non ci sono intermediari, questa è rivoluzione, se fai un'orto, del tuo orto non devi rispondere a nessuno.
W l'orto, w la rivoluzione.