Perché
dire no all’impianto eolico sul crinale dal passo della Cisa al passo del
Cirone
Premetto che sono a favore delle fonti rinnovabili,
ma questo progetto non si deve fare, e cercherò di spiegarlo in poche parole, io
vivo a Pontremoli e trovo privo di logica un progetto di 16 torri alte circa
165 metri in un tratto di appennino fragile e delicato.
Personalmente non mi interessa il fatto che qualche
rapace andrà a schiantarsi contro le pale, o che i pipistrelli moriranno di
emorragia interna, non mi interessa nemmeno che gli animali selvatici abbandoneranno
quella zona, non mi interessa nemmeno il degrado visivo che si creerà, dico di
più non mi interessa nemmeno che alcuni abitanti delle case sottostanti
rischiano di essere colpiti da una nuova malattia la cosi detta sindrome da
pala eolica, non mi interessa nemmeno che su quel pezzo di crinale ci siano
piante botaniche rare e protette, non mi interessa nemmeno il deprezzamento del
patrimoni edilizio esistente (pur essendo proprietario di terreni e casa in
zona), il mio no gridato forte contro
questo impianto viene dal fatto che nessuno da risposta a tre semplici
domande e ad una considerazione.
Le domande:
prima domanda, come si fa a costruire torri alte 165
metri con basamenti che superano i 25 metri di lato su un crinale con una
pendenza elevata a continuo rischio franoso e sismico, abbiamo esempi eclatanti
su quel crinale, negli ultimi 400 anni sono franati il paese di Montelungo, poi
ricostruito e il monte Groppo del Vescovo da dove si è staccata l’intera
montagna trascinando tutto a valle, la zona è piena di frane piccole e grandi,
il monte Cavallo è in movimento, quel tratto di appennino è tutto uno
smottamento, mi chiedo cosa succede se avviene un’alluvione come quella che è
venuta a Mulazzo (senza andar tanto lontano) nel 2011?, chi conosce la storia
di Pontremoli sa che molte volte i ponti sono stati ricostruiti, questo
significa che è una zona fragile soggetta a calamità naturali, con quale
criterio si va a sbancare un crinale così fragile, in caso di catastrofe a
risentirne non sarebbero solo il paese di Gravagna, ma tutte le case costruite
lungo la vallata, prima i piccoli paesi, poi Pontremoli e sicuramente Aulla che
a già dato il suo tributo anche in vittime nel 2011, anche il nuovo assetto urbanistico
di Pontremoli ne risentirebbe, soprattutto quella parte costruita a ridosso del
fiume. Siamo sicuri che tutto quel peso rimane abbarbicato sul fianco della
montagna in caso di piogge torrenziali?, chi dice di si non conosce questi
monti, non c’è mai stato. E la costruzione della strada di collegamento larga
sui 5 metri sarebbe un’ulteriore aiuto agli smottamenti e alle frane.
Seconda domanda, per cercare di rendere stabili le
piattaforme il progetto prevede la perforazione e la messa in opera di numerosi
pali che vanno in profondità, io so (ma tutti lo sanno) che quella è la zona
delle sorgenti del fiume Magra e dei suoi affluenti, cosa succede se piantando
questi pali che non sono stuzzicadenti vengono intercettate le sorgenti?,
ricordo che una sorgente è acqua che corre e se gli viene ostruita la via lei
si cerca una nuova strada con ulteriore rischi di nuovi smottamenti causati dai
nuovi percorsi che si vanno a creare e visto che la zona è ricchissima di acqua
il rischio è elevato, chi garantisce che le sorgenti non saranno toccate?, e le
frane evitate?
Terza domanda, viste le enormi quantità di cemento
che serviranno per costruire le 16 piazzole vorrei che qualcuno garantisse (e
in quel caso ne rispondesse in prima persona) su fatto che nessuno (mafia
compresa) usi le piazzole per riversarci dentro rifiuti speciali, non vorrei
che oltre al danno ci fosse anche la beffa. Non sarebbe più possibile fare una
bonifica. Chi mi da la garanzia assoluta?
E ora la considerazione, molto semplice, finora l’amministrazione
ha cercato di valorizzare il territorio con il turismo (via francigena e altro),
non mi interessa se v’è riuscita o no, mi chiedo semplicemente, con un impianto
del genere Pontremoli potrà ancora pensare di investire in turismo?, ci saranno
ancora i presupposti oppure dobbiamo pensare a una svolta, un cambiamento basta
turismo solo industrie e lavoro, personalmente dubito che un’industrializzazione
sia possibile visto che per metà la zona artigianale è vuota e quella
industriale costruita solo a metà. Inoltre una volta costruito questo mega
impianto eolico, il passo sarà breve si costruirà subito anche quello del monte
Giogallo al momento fermo e chissà cosa mai potranno inventarsi dopo, abbiamo
spazio per una discarica, per un inceneritore e magari guardando bene anche per
una centrale atomica.
No questo non è il paese dove voglio vivere, per
questo lotto contro questo progetto scellerato, credo che chi l’ha progettato
non abbia mai calcato il crinale (al massimo l’avrà visto dall’alto di un elicottero)
sembra un progetto costruito a tavolino. Invito tutti a sostenere questa
battaglia e chi vuol toccare con mano e vedere com’è il territorio dove
costruiranno questo scempio, munitevi di scarponi vi porto io su e giù per il
crinale a vedere con i vostri occhi se questo può essere un progetto fattibile.
Mauri
Nessun commento:
Posta un commento