prendo il bardone, un bastone d’altri tempi usato dai pellegrini come appoggio e per scacciare i cani aggressivi, so che a me non servirà, ma lo prendo lo stesso, servirà a scacciare i pensieri tristi e tenerli lontani.
Un breve tratto sul nastro asfaltato, poi svolto sullo sterrato che corre ampio,
la vista è magnifica, l’occhio si perde nella valle ma può scorrere anche su fino alle vette,
un cinguettio insistente d’uccelli mi tiene compagnia.
Guardando verso valle vedo ampi boschetti d’acacia che fanno salire su il loro inebriante profumo che pervade, ai lati dello sterrato alcuni prati pullulano di fiori, gialli bianchi rosa violetti azzurri,
riempiono i miei occhi.
Quà e là nel cielo ci sono delle innocue nubi bianche, l’assenza di vento accompagna i miei passi.
Ora svolto su un sentiero che stretto comincia a salire e piano piano il paesaggio muta,
prima un intricato boschetto di rosa canina con qualche timido fiore dal color rosa tenue virante al bianco pallido che funge da contorno,
ora il bosco è un’insieme di varie piante dalle più disparate tonalità di verde, alcune sono fiorite e posso notare almeno quattro tonalità di bianco paglierino.
Il sentiero inerpicandosi diventa più sassoso e mi fa comodo appoggiarmi sul bastone,
ora prende a scendere verso una valletta e a mano a mano che mi avvicino comincio a sentire il sordo rumore dell’acqua che scorre.
Attraverso questo rio largo poco più di un passo e profondo due spanne ma impetuoso nel suo scorrere scosceso.
Riprendo a salire e arrivo a un castagneto secolare preda delle incurie di oggi e del logorio del tempo, alcune piante appaiono spetrali colpite dai raggi di un sole ancora abbastanza basso all’orizzonte.
Numerosi muri a secco sostengono queste piante che furono pane per gente d’altri tempi,
mi scuoto,
batto il bastone,
scaccio i pensieri e avanzo,
poco oltre prima di un pianoro alcune polle d’acqua sorgiva,
mi chino su una e con le mani smuovo il limo, le foglie e i sedimenti che ci sono davanti all’acqua che sgorga, l’acqua si fa subito torbida,
ma in un istante la piccola pozza grande poco più di una tazza torna limpida e cristallina e sul fondo brillano piccoli sassi bianchi e bruni.
Come un animale butto la mia faccia dentro l’acqua e bevo,
è fredda,
la sento scendere nei visceri,
bevo come fecero uomini d’altri tempi,
poi penso che sono fortunato, che pochi, ma veramente pochissimi possono permettersi quello che sto facendo io in questo momento, bere l’acqua che sgorga direttamente dalla terra, questo gesto fa di me un uomo ricco, poter godere di quest’acqua senza bisogno di possederla bene raro e prezioso.
Riprendo il cammino e giungo alla mia metà,
un pianoro ormai in buona parte invaso dal bosco, questo luogo ha un nome “piana dei pastori”,
qua gente d’altri tempi veniva con le pecore durante l’estate,
mi raccontarono alcuni vecchi ormai morti da tempo che quando loro erano giovani venivano fin quassù a fare il fieno per le mucche ed era un fieno ambito, perché le mucche davano un latte particolarmente saporito e si facevano dei formaggi che non avevano pari.
Mi siedo nei pressi di un rudere irriconiscibile, un tempo andato ricovero dei pastori, che da tanto, troppo tempo non vede più passare pastori di qua,
poi vennero quei vecchi a fare il fieno, ma anche loro è da tanto, troppo tempo che non si vedono più da queste parti, ora il bosco si sta riappropriandosi di ciò che un tempo era suo e che con tanta fatica e sudore gli era stato sottratto.
Sono solo sperso sull'appennino, ma ormai è ora che riprendo la via del ritorno per non essere più solo e tornare in mezzo ai miei simili, gli uomini, quegli uomini che l'acqua la conoscono solo in bottiglia di plastica oppure quella che esce puzzolente di cloro dai rubinetti di casa, questi miei simili mi fanno tristezza, stanno rischiando di perdere questo bene prezioso privatizzandolo e se passa, l'acqua finirà quasi sicuramente in mani francesi come la maggior parte delle nostre aziende italiane, siamo un popolo di
A giugno non andare al mare, vai a votare!
5 commenti:
bello!!!
Mentre leggevo, sentivo i profumi, vedevo le immagini e pian piano ... ero lì con te.
Quando hai bevuto alla sorgente, mi hai ricordato ciò che mi diceva mio babbo "uomo d'altri tempi" quando percorrevamo il bosco : "Acqua corrente, la beve il serpente, la beve anche Dio... la posso bere anch'io."
Ciao Semola
Mi fa piacere averti emozionato, ma il più emozionato ero io lassù come perso nel tempo :)
Nel leggeri ho avuto gli stessi pensieri di semola, insieme a lui ho ascoltato il canto del tuo ruscello, ho annusato l'odor di robinia fiorita.
E come te, i giorni scorsi facevo bilanci su povertà e ricchezza giungendo a quelle che mi paiono le stesse tue conclusioni:
non ho denaro ma posso camminare tra queste canne spiando di nascosto gli uccelli combattenti di passaggio, il corriere, il piro piro, e o svasso che fa il nido. Posso mangiare il pesce appena pescato e solo scottato sulla piastra del focolare, posso raccogliere quello che ho coltivato, in ppochi minuti sono sulla riva del mare o su una delle colline intorno tra le ginestre fiorite ... chi è più ricco? il direttore di banca che abita a milano oppure io seduta a raccoglier fragole?
P.S. trovata! (sai chi) e trasmesso il tuo saluto.
P.P.S.
hai ragione dobbiamo fare campagna referendaria dal basso perchè dall'alto non la fanno di sicuro
@ Vera - Ti invidio là a roccogliere fragole, su ai monti dobbiamo ancora pazientare un pò.
Dovremo inventarci un modo per
barattare l'aria di mare con quella dell'alto appennino, anche se io in 40 minuti sono alle 5 terre che non hanno niente da invidiare agli altri posti di mare (ma sono troppo affollate d'estate per i miei gusti).
Per quanto riguarda (chi sappiamo) non era difficile trovarla, il difficile è convincerla a riprendere a scrivere.
L'appello referendario l'ho messo perchè stava ok con il post, e poi c'è bisogno di sensibilizzare al massimo.
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